Vai al contenuto
Il server del mese è
Visita la nostra nuova lista server!
Alcadeias

Death island: ricominicamo dopo tanto tempo ep3

Recommended Posts

Ciao raga. Dopo la "meritata"(citazione necessaria) vacanza torno a scrivere gli episodi di death island. Ecco il secondo episodio per chi non l'avesse letto.

"UNa strana sensazione. E qualcosa che mi toccava la faccia. Qualcosa che me la tirava come a strapparmi la pelle. Mi svegliai di colpo e per poco non svenni:uno zombie mi stava addosso e un altro stava per entrare dal tetto che non avevo chiuso. Ma come faranno i maledetti ad arrampicarsi?? Ma non c'era tempo per queste domande. Dovevo difendermi. Presi un piccone e con un urlo mi avventai sul primo zombie decapitandolo.Il secondo aveva già scavalcato il muro e mi stava dando addosso. Con il piccone gli staccai un braccio di netto ma lui mi colpì con violenza a un braccio. Urlando per il dolore gli ficcai la punta del piccone nella fronte e si accasciò per terra. Vidi le mani di un altro zombie che voleva entrare. Senza esitazione le colpii con il piccone.Alzai lo sguardo verso il cielo e vidi che si stava schiarendo. Mi sedetti per terra e,con un lembo del vestito,fasciai la ferita. Fatto ciò,mi sdrai per terra rimanendo vigile. E fu cosi che venne giorno. Avevo paura a uscire ma dovevo farlo per raccogliere risorse adatte a sopravvivere. D'altronde mi erano rimasti un piccone,una pala e un'accetta. Guardingo,tolsi qualche blocco di legno dalle pareti per uscire e mi affacciai dal buco. Non sembrava che ci fosse qualche pericolo e uscii. Ritappai il buco per evitare soprese sgradite. Dalla cava che avevo trovato ieri ricavai molta pietra. Presi anche molto legno dagli alberi intorno alla casa. Con la tavola da lavoro,che creai all'istante,fabbricai una piccola spada,con la lama di roccia e con l'elsa in legno. Andai anche nella zona sabbiosa che si trovava a est della grande collina e ricavai sabbia finchè la pala non si ruppe. Purtroppo la ferita mi infliggeva parecchio dolore e il ritorno fu molto duro. Presi un pezzo di pane e mi accorsi che il cibo stava scarseggiando. Ai pressi della casa trovai qualche seme di grano. Decisi che mi conveniva mettermi a fare l'agricoltore se volevo sopravvivere. Raccolsi fino a 9 semi di grano. L'indomani li avrei piantati. Era quasi il tramonto quando rientrai a casa. Con il legno creai le braci,che utilizzai per creare il vetro dalla sabbia. Una volta creato il vetro,lo utilizzai per fare le finestre. La pietra che mi avanzava,invece,la utilizzai per tappare il buco del tetto per evitare che qualche zombie venga a fare pasto con le mie interiora. Fatto ciò mi creai anche una porta che sistemai nel lato corto della casa. Tenendo la spada vicino a me mi sdrai sulla terra. Non appena chiusi gli occhi,sentii i versi raccappriccianti che sentivo tutte le notti. Mi alzai e andai alle finestre ma non potevo vedere molto a causa del buio. Non avevo potuto fabbricare torce poichè avevo finito le braci. Mentre cercavo di vedere cosa faceva quei versi,si parò davanti a me un essere verde come quello che eplose uccidendo i miei compagni. Con spavento feci un balzo all'indietro ma mi accorsi che quell'essere poteva solo guardarmi e non esplodeva. Sistemandomi vicino al muro opposto,riuscii per la prima volta ad addormentarmi."

Preaparate i pop corn e la birra. Godete della storia:

"PEr la prima volta mi feci una gran dormita. Era tanto che non capitava.

MI alzai stiracchiandomi e guardai subito alla finestra dove avevo visto quell'essere. NOn c'era. In quel momento mi ricordai di aver letto di quei

strani esseri prima di partire per quest'isola:si chiamano creeper se non erro. Decisi di fare altra scorta di legna. Andai fuori armato di un accetta sghangherata e cominciai tagliare l'albero più vicino. Riuscii a prendere tutta la legna prima che l'accetta si rompesse. Imprecando contro tutti i creeper tornai a casa a fabbricarmi un altra maledetta accetta. Parte del legno lo trasformai in braci. Mi fabbricai un altra accetta in pietra. Ora anche le pietre erano finite. Maledizione:per fortuna che avevo un piccone in pietra in buono stato. Finii a prendere altra legna con la quale fabbricai una piccola cesta. Nella cesta misi un pò di legno che mi avanzava. Prima di sucire fabbricai anche una zappa. Dovevo anche piantare i semi di grano. Fortuna che a una cinquantina di metri c'era un piccolissimo laghetto d'acqua. Con la zappa coltivai il terreno adiacente al laghetto e piantai i semi. Dopo andai nella cava di pietra. Appena arrivai mi bloccai e il cuore perse un colpo:davanti a me c'era un arrampicamuri*,che mi guardava con i suoi occhi rossi. Ma non mi attaccava. In quel momento ebbi un lampo di genio. Se fossi riuscito a ucciderlo potevo ricavare un pò di corda per creare una canna da pesca.

Cacciai la spada:il mostro continuava a guardarmi. Mi avvicinai con la spada in mano. La ferita mi procurava ancora delle fitte ma ero sicuro che sarei riuscito a uccidere quell'essere. Il sole era alto nel cielo:mezzogiorno di spada e di fifa. Si,perchè avevo tanta paura. Ormai ero a un metro dall'arrampicamuri. Continuava a guardarmi come se nulla fosse. Passò una folata di vento: fu allora che lo colpii a una zampa. L'essere fece un balzo indietro nonostante perdesse molto sangue e mi si avventò contro. Con la spada riuscivo a parare i suoi assalti ma dopo un pò mi ferì a un fianco. La ferita era superficiale e non perdeva sangue,ma faceva un male terribile. L'essere fece un ultimo balzo contro la mia faccia. Mi abbassai all'ultimo e lo colpii al ventre. Cadde al suolo morto con un verso straziante. Ripresi fiato. Lo sventrai con la spada e dalle sue ragnatele,ricavai della corda. Avrei fatto una canna da pesca. Dalla cava ricavai della pietra. Ci misi molto a causa della ferita. E quando cominciai a tornare dalla cava era già tramonto. Fu a poca distanza che accadde. Quel tratto di terreno era sabbioso. Non so come successe: forse misi un piede in fallo. Fatto sta che il terreno semplicemente scomparve da sotto i miei piedi e caddi nel buio. Dopo non so quanto(un minuto?,un ora?,un giorno?,una vita??) atterrai pesantemente sulla sabbia e persi coscienza"

*Quello che noi chiamiamo ragno

Fine terzo episodio

Mi raccomando il sondaggio

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Ciao raga. Dopo la "meritata"(citazione necessaria) vacanza torno a scrivere gli episodi di death island. Ecco il secondo episodio per chi non l'avesse letto.

"UNa strana sensazione. E qualcosa che mi toccava la faccia. Qualcosa che me la tirava come a strapparmi la pelle. Mi svegliai di colpo e per poco non svenni:uno zombie mi stava addosso e un altro stava per entrare dal tetto che non avevo chiuso. Ma come faranno i maledetti ad arrampicarsi?? Ma non c'era tempo per queste domande. Dovevo difendermi. Presi un piccone e con un urlo mi avventai sul primo zombie decapitandolo.Il secondo aveva già scavalcato il muro e mi stava dando addosso. Con il piccone gli staccai un braccio di netto ma lui mi colpì con violenza a un braccio. Urlando per il dolore gli ficcai la punta del piccone nella fronte e si accasciò per terra. Vidi le mani di un altro zombie che voleva entrare. Senza esitazione le colpii con il piccone.Alzai lo sguardo verso il cielo e vidi che si stava schiarendo. Mi sedetti per terra e' date='con un lembo del vestito,fasciai la ferita. Fatto ciò,mi sdrai per terra rimanendo vigile. E fu cosi che venne giorno. Avevo paura a uscire ma dovevo farlo per raccogliere risorse adatte a sopravvivere. D'altronde mi erano rimasti un piccone,una pala e un'accetta. Guardingo,tolsi qualche blocco di legno dalle pareti per uscire e mi affacciai dal buco. Non sembrava che ci fosse qualche pericolo e uscii. Ritappai il buco per evitare soprese sgradite. Dalla cava che avevo trovato ieri ricavai molta pietra. Presi anche molto legno dagli alberi intorno alla casa. Con la tavola da lavoro,che creai all'istante,fabbricai una piccola spada,con la lama di roccia e con l'elsa in legno. Andai anche nella zona sabbiosa che si trovava a est della grande collina e ricavai sabbia finchè la pala non si ruppe. Purtroppo la ferita mi infliggeva parecchio dolore e il ritorno fu molto duro. Presi un pezzo di pane e mi accorsi che il cibo stava scarseggiando. Ai pressi della casa trovai qualche seme di grano. Decisi che mi conveniva mettermi a fare l'agricoltore se volevo sopravvivere. Raccolsi fino a 9 semi di grano. L'indomani li avrei piantati. Era quasi il tramonto quando rientrai a casa. Con il legno creai le braci,che utilizzai per creare il vetro dalla sabbia. Una volta creato il vetro,lo utilizzai per fare le finestre. La pietra che mi avanzava,invece,la utilizzai per tappare il buco del tetto per evitare che qualche zombie venga a fare pasto con le mie interiora. Fatto ciò mi creai anche una porta che sistemai nel lato corto della casa. Tenendo la spada vicino a me mi sdrai sulla terra. Non appena chiusi gli occhi,sentii i versi raccappriccianti che sentivo tutte le notti. Mi alzai e andai alle finestre ma non potevo vedere molto a causa del buio. Non avevo potuto fabbricare torce poichè avevo finito le braci. Mentre cercavo di vedere cosa faceva quei versi,si parò davanti a me un essere verde come quello che eplose uccidendo i miei compagni. Con spavento feci un balzo all'indietro ma mi accorsi che quell'essere poteva solo guardarmi e non esplodeva. Sistemandomi vicino al muro opposto,riuscii per la prima volta ad addormentarmi."

[/quote']

Preaparate i pop corn e la birra. Godete della storia:

"PEr la prima volta mi feci una gran dormita. Era tanto che non capitava.

MI alzai stiracchiandomi e guardai subito alla finestra dove avevo visto quell'essere. NOn c'era. In quel momento mi ricordai di aver letto di quei

strani esseri prima di partire per quest'isola:si chiamano creeper se non erro. Decisi di fare altra scorta di legna. Andai fuori armato di un accetta sghangherata e cominciai tagliare l'albero più vicino. Riuscii a prendere tutta la legna prima che l'accetta si rompesse. Imprecando contro tutti i creeper tornai a casa a fabbricarmi un altra maledetta accetta. Parte del legno lo trasformai in braci. Mi fabbricai un altra accetta in pietra. Ora anche le pietre erano finite. Maledizione:per fortuna che avevo un piccone in pietra in buono stato. Finii a prendere altra legna con la quale fabbricai una piccola cesta. Nella cesta misi un pò di legno che mi avanzava. Prima di sucire fabbricai anche una zappa. Dovevo anche piantare i semi di grano. Fortuna che a una cinquantina di metri c'era un piccolissimo laghetto d'acqua. Con la zappa coltivai il terreno adiacente al laghetto e piantai i semi. Dopo andai nella cava di pietra. Appena arrivai mi bloccai e il cuore perse un colpo:davanti a me c'era un arrampicamuri*,che mi guardava con i suoi occhi rossi. Ma non mi attaccava. In quel momento ebbi un lampo di genio. Se fossi riuscito a ucciderlo potevo ricavare un pò di corda per creare una canna da pesca.

Cacciai la spada:il mostro continuava a guardarmi. Mi avvicinai con la spada in mano. La ferita mi procurava ancora delle fitte ma ero sicuro che sarei riuscito a uccidere quell'essere. Il sole era alto nel cielo:mezzogiorno di spada e di fifa. Si,perchè avevo tanta paura. Ormai ero a un metro dall'arrampicamuri. Continuava a guardarmi come se nulla fosse. Passò una folata di vento: fu allora che lo colpii a una zampa. L'essere fece un balzo indietro nonostante perdesse molto sangue e mi si avventò contro. Con la spada riuscivo a parare i suoi assalti ma dopo un pò mi ferì a un fianco. La ferita era superficiale e non perdeva sangue,ma faceva un male terribile. L'essere fece un ultimo balzo contro la mia faccia. Mi abbassai all'ultimo e lo colpii al ventre. Cadde al suolo morto con un verso straziante. Ripresi fiato. Lo sventrai con la spada e dalle sue ragnatele,ricavai della corda. Avrei fatto una canna da pesca. Dalla cava ricavai della pietra. Ci misi molto a causa della ferita. E quando cominciai a tornare dalla cava era già tramonto. Fu a poca distanza che accadde. Quel tratto di terreno era sabbioso. Non so come successe: forse misi un piede in fallo. Fatto sta che il terreno semplicemente scomparve da sotto i miei piedi e caddi nel buio. Dopo non so quanto(un minuto?,un ora?,un giorno?,una vita??) atterrai pesantemente sulla sabbia e persi coscienza"

*Quello che noi chiamiamo ragno

Fine terzo episodio

Mi raccomando il sondaggio

7 perchè non è scritto male, ma il vero problema è che te vuoi fare una versione "realistica" di MC, mentre alcune parti sono troppo riferite al gioco, tipo

In quel momento ebbi un lampo di genio. Se fossi riuscito a ucciderlo potevo ricavare un pò di corda per creare una canna da pesca.

Lol? I ragni portano con sè della corda? Vedi, secondo me è questo il punto debole del racconto. Buona fortuna con gli altri capitoli!

Condividi questo messaggio


Link di questo messaggio
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

You need to be a member in order to leave a comment

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra comunità. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Sei già registrato? Accedi qui.

Accedi Ora

×
×
  • Crea Nuovo...

Important Information

We have placed cookies on your device to help make this website better. You can adjust your cookie settings, otherwise we'll assume you're okay to continue.