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Soter-G

[Racconto Giallo - Nome Da Decidere]

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Avevo, come compito per le vacanze, da scrivere un racconto giallo. Se avete suggerimenti/domande/critiche costruttive, siete pregati di postarle :sisi:

Era un pomeriggio d’inverno. Mi ricordo che stavo lavorando, quando accadde. Forti rumori dall’ufficio, chiuso a chiave, del dottor Franchi. Subito si era pensato ad un malore, dato che non rispondeva. Si sfondò la porta e si trovò il dottor, riverso a faccia in giù sulla scrivania e con un coltello nella schiena. Stranamente la visione del cadavere mi diede un brivido. La stanza era sottosopra e la finestra era aperta: subito mi ci precipitai, e guardai fuori. Strano, non mi ero accorta che aveva nevicato.

Dopo poco arrivò la polizia. Erano guidati da un buffo ispettore, di nome Fox, che aveva un paio di enormi baffi e sembrava un poco sovrappeso. Mi fece alcune domande.

“Lei, signorina Katja, conosceva bene la vittima?”

“Era un mio superiore, ma non lo conoscevo bene.”

“Gira voce che avesse un’amante. Sa forse di chi si tratta?”

“No. Ma non dia ascolto a tutti i pettegolezzi.”

“Certamente. Sa forse di qualcuno che voleva male al dottore?”

“Qui nell’ospedale, no. Ma ultimamente non andava molto d’accordo con la moglie.”

“Dov’era al momento del delitto?”

“Sta forse insinuando che c’entri qualcosa?”

“No, no. Ma è la routine.”

“Ero nel corridoio a portare delle provette ad analizzare.”

“Grazie per la sua collaborazione. Le faremo sapere.”

Mentre mi stavo congedando dall’ispettore, vidi una persona che non mi sarei mai aspettata di vedere: Ceruleo Kvarr, grande investigatore non che mio vecchio amico.

“Ceruleo! Cosa ci fai qui?” Fu sorpreso di vedermi.

“Katja! Quanto tempo! Sono qui per un intervento all’appendicite.”

“Avresti potuto avvertirmi! Non sai che lavoro qui?”

“No, non lo sapevo. Ma cos’è successo qui? C’è la polizia ovunque.”

“Hanno ucciso un dottore, il dottor Franchi.”

“Un omicidio?” I suoi occhi brillarono. “Scusami, ora devo andare. Ci risentiamo dopo.”

“Ok, ciao.”

Ceruleo andò verso l’ispettore ed iniziò a parlarci. Li guardai un attimo preoccupata, poi tornai al lavoro. Quando lo incontrai di nuovo, era sempre in compagnia dell’ispettore.

“Ah, Katja, mi hanno riferito che sei stata l’ultima a vedere il dottore vivo.”

“Io?”

“Sì. Sei andata a portargli dei documenti.”

“Ah, è vero, ma non so se poi qualcun altro è entrato dopo di me.”

“Puoi seguirmi nell’ufficio?”

“Certo.”

Io e l’ispettore lo seguimmo nell’ufficio della vittima, il luogo del delitto.

“Oltre a te, quali altre persone erano presenti quando avete sfondato la porta?”

“Beh, c’era il centralinista, il dottor Red e un’infermiera, non mi ricordo il suo nome… ah sì, una certa Mary. Noi abbiamo sfondato la porta, poi sono arrivati anche altri.”

“Ti ricordi cosa è successo subito dopo che avete sfondato la porta?” Ci pensai un attimo.

“Ho visto la finestra aperta e mi sono precipitata a vedere fuori. Gli altri si erano fatti intorno al dottore.”

“Perché ti sei precipitata alla finestra?”

“Pensavo che l’assassino potesse essere passato di lì.”

“Ma… ora la finestra è chiusa.”

“Sì, l’ho fatta chiudere io per evitare curiosi e possibili inquinamenti della scena.” Disse Fox.

Ceruleo la riaprì e si affacciò fuori. Sbottò in un’esclamazione di stupore.

“Cosa succede?” chiesi.

“Fuori non ci sono impronte, nella neve. Ispettore, quando siete giunti qua nevicava?”

“No, aveva già smesso da un po’.”

Rimase a pensare un poco. Poi si rivolse a me:

“A che ora avete sentito i rumori?”

“Verso le 16:00.”

“E a che ora sei andata dal dottore?”

“Verso le 15:00. Lo avrò lasciato alle 15:05 circa.”

“E dopo il dottore si è chiuso a chiave. Qualcuno sa a che ora ha iniziato a nevicare?”

“Non mi ero accorta avesse nevicato finché non ho guardato fuori dalla finestra, quando abbiamo ritrovato il dottore.”

“Penso verso le 15:30.” Disse l’ispettore.

“Oltre alla porta e alla finestra, c’è qualche altro modo di entrare nell’ufficio?”

“No, che io sappia.”

“Allora abbiamo di fronte un problema: se il dottore è stato ucciso alle 17:00, da dove è passato l’assassino?”

“Dalla finestra?” Disse l’ispettore.

“È davvero così sciocco? Non ci sono tracce nella neve!”

Io e l’ispettore rimanemmo di stucco. Personalmente, non mi aspettavo un risvolto del genere.

“Può darsi che qualcun altro sia entrato dopo di te, Katja?”

“Impossibile, sarebbe passato davanti al centralino e l’avrebbero visto. Ora che ci penso… Mary, l’infermiera, non era con noi quando abbiamo sfondato la porta, ma poi appena mi sono girata verso il cadavere, dopo aver guardato fuori dalla finestra, lei era con noi.”

“La mando subito a chiamare.”

Mary arrivò dopo poco, scortata da due agenti.

“Io non ho fatto nulla!”

“Ah sì? Pare invece che lei abbia ucciso il dottore.” Ceruleo aveva un tono di voce molto irritante.

“Io… non è vero!”

“Allora dov’era al momento del delitto? E non menta! Sappiamo che non è entrata con gli altri!”

“Sono… sono entrata dalla finestra. Ma non l’ho ucciso io! Era già morto!”

“A che ora è entrata dalla finestra?”

“Verso le 15:20… non aveva ancora nevicato. L’ho trovato… era riverso sulla scrivania… Poi ho messo tutto sottosopra, cercavo dei soldi. Quando sono entrata pensavo che fosse già uscito…”

“E poi cos’ha fatto?”

“Mi sono accorta che fuori aveva nevicato… Non potevo uscire, avrei lasciato impronte nella neve. Quindi ho aspettato che qualcuno aprisse la porta.”

“Un momento. Alle 15:20 il dottore era già morto?”

“Io l’ho trovato così. Ma giuro che non sono stata io!”

“Va bene, va bene; la finisca di frignare a vada avanti.” Mary si asciugò le lacrime.

“Vero la 16:00 ho iniziato a sentire dei rumori. Provenivano dal registratore. Erano molto forti e mi hanno spaventata.”

“Il registratore… si è avviato da solo?” Chiese Fox.

“Lo ha appena detto.” Ceruleo freddò il suo entusiasmo.

“Sì, penso di sì… io non l’ho toccato, quindi si dev’essere avviato automaticamente.”

“Allora l’assassino lo ha avviato usando il telecomando. Ascoltiamo la registrazione.” Ceruleo premette il pulsante di avvio ma non successe nulla.

“Uhmm… Allora l’assassino ha usato il telecomando. Dov’è?”

Fortunatamente, nella stanza non c’era il telecomando. L’assassino doveva averlo fatto sparire.

“Ispettore, si renda utile e ci procuri un altro telecomando.”

Fox partì veloce alla ricerca di un altro telecomando. Torno dopo poco.

“Ecco tutti quelli che ho trovato!” Li depose senza troppa gentilezza sulla scrivania.

Provammo tutti i telecomandi, ma nessuno funzionava sul registratore della vittima.

“Evidentemente, solo il suo telecomando funziona. Ispettore, si muova! Faccia perquisire l’intero ospedale: chi ha il telecomando è l’assassino!”

Quella frase mi lasciò nel panico.

“Io… io dovrei andare, ho perso già molto tempo e devo tornare al lavoro.”

“Va bene, dopo ti faremo sapere.”

Purtroppo, la volta seguente in cui lo vidi non aveva nulla da farmi sapere. Anzi aveva molte cose da chiedere.

“Allora, se parla potremo patteggiare.” Disse l’ispettore con la sua solita aria floscia.

Ceruleo mi guardava critico ed ombroso.

“Parla. Sei spacciata.” disse.

“Va bene, va bene. Ormai non ho scelta.” Mi ero rassegnata al mio destino. “Sono l’amante del dottor Franchi. L’ho ucciso io, quando sono andata a fargli firmare dei documenti. Quello stupido voleva lasciarmi. Ma non mi andava giù. Per questo l’ho ammazzato. Non ho nient’altro da dire.”

“Invece hai molto da dire. Continua.”

“L’ho accoltellato. Poi ho aperto la finestra. Non aveva ancora nevicato. E non pensavo che sarebbe successo. Accidenti, se non fosse stato per quello avrei avuto il tempo di far sparire il telecomando! Ed invece mi avete beccata mentre cercavo di liberarmene. Ma il vero colpo di sfortuna sei stato tu, Ceruleo! Proprio adesso dovevi arrivare!?” Ero furiosa. Ci misi un po’ a ricompormi. “Avevo registrato una cassetta, qua in ospedale. Se la si avvia si sentono dei gemiti di dolore. In quel modo avrei distolto i sospetti da me: tutti avrebbero pensato che il dottore fosse morto verso le 16:00; più tardi avrei avuto modo di liberarmi della cassetta. Ma quella stupida Mary ha cercato di rubare dall’ufficio. Non potevo prevederlo. Ora basta, non voglio più parlarne, sapete tutto quello che c’è da sapere.”

“Ti sei sempre sopravvalutata, Katja. Sappi che non sei intelligente come credi, né lo sei mai stata. Mi hai deluso.” Ceruleo era scuro in volto. “Addio.”

Così, per colpa di una nevicata, il mio piano perfetto andò in fumo e fui costretta a trascorrere 10 anni in prigione.

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Carina la cosa che colui che racconta

è l'assassino.

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Carina la cosa che colui che racconta è l'assassino.

Grazie per il mega-spoiler D:

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Grazie per il mega-spoiler D:

Ma l'hai scritto te D:

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Ma l'hai scritto te D:

Intendo, grazie per aver rivelato a tutti il finale (spoiling) .-.

Lo spoiler l'ho messo per evitare che venisse letto di nuovo.

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Intendo, grazie per aver rivelato a tutti il finale (spoiling) .-.

Lo spoiler l'ho messo per evitare che venisse letto di nuovo.

Solo perchè sei te ho messo il finale sotto spoiler :asd:

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Non ho tempo di leggerlo, vedrò domani.

Secondo me è stata una spia:

250px-Spy.png

Nope :nono:

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titolo perfetto: chi ha ucciso stive ?

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titolo perfetto: chi ha ucciso stive ?

titolo perfetto: chi ha ucciso stive ?

Ma... non c'entra nulla con la trama :fiore:

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Anche io ne scrissi uno in prima superiore per la scuola :asd: Ma faceva abbastanza pena, lo feci solo perché era da fare :asd:

La mia esperienza col giallo è stata solamente col giallo comico.

In quinta elementare, eravamo divisi in gruppi a scrivere storie. Tutti a fare storie fantasy, le solite robe. Io e il mio gruppo (eravamo in tre) decidiamo di fare un giallo. Strampalato e comico. E così facciamo una genialata che fa sfigurare tutti i raccontini da quattro soldi degli altri :asd:

E da lì nacque una mia prima serie a fumetti di tempo fa, mai concretizzata in storie ma solamente in tavole fini a se stesse. Ma alquanto esilaranti.

Ecco la mia esperienza col giallo :asd:

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Delitto A Sangue Gelido

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Mi piace lo stile di scrittura ma la parte finale é scritta troppo frettolosamente. Pendo ci vogliano più descrizioni sul carattere del personaggio dell'ispettote rcc. (sempre nella parte finale) c:

Il finale è un po' tirato, effettivamente, ma non sapevo cosa scrivere :c

Non sapete quanto ci ho messo per riuscire ad incriminare il colpevole, l'avevo fatto troppo furbo :asd:

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    • Da Dolce_J0LlyYT
      ..... MI ha mandato il suo numero del tel ..... 

      [Link della Foto per Verderlà bene ..]
    • Da minecrafmattiadangelo@gmai
      View File Real Albergo dei Poveri
      Noi della 2 E (2017-2018) della scuola Ruggero Bonghi di Roma abbiamo realizzato il Real Albergo dei Poveri o Serraglio, edificio di Napoli
      Submitter minecrafmattiadangelo@gmai Submitted 12/03/2018 Category Custom Map Link Esterno  
    • Da minecrafmattiadangelo@gmai
      Noi della 2 E (2017-2018) della scuola Ruggero Bonghi di Roma abbiamo realizzato il Real Albergo dei Poveri o Serraglio, edificio di Napoli
    • Da AriesLiver
      Salve,
      Apro questa discussione per avere opinioni sul libro che sto scrivendo.

      ~ Brevissima "Introduzione" al libro:
      [spoiler]Iniziata l'estate scorsa e poi ricominciata (da capo, per vari motivi) quest'estate, è finalmente arrivata alla fine del 1° capitolo questa maledetta (in più sensi) storia. Inizialmente era nata come storiella scritta con un mio amico, anche se poi l'ho continuata da solo. La trama (che nel primo capitolo è solo leggermente accennata) mi è venuta in mente parlando con una mia compagna di classe di una sua parente morta e del suo testamento. Non sono molto veloce a scrivere i capitoli perchè li rileggo tantissime volte, correggendo ed aggiungendo pezzi finchè non li trovo perfetti. Questo capitolo è provvisorio ed aperto, quindi proponete modifiche e se mi vanno bene le attuerò. So di non essere un grandissimo scrittore, ma credo di cavarmela...[/spoiler]
       
      ~ 1° Capitolo: (Buona lettura)
      [spoiler]
      Il testamento della Morte
      Non una semplice storia ...

      Capitolo 1: Il Testamento di Susan

      Susan si sedette su di una sedia, stringendo tra le mani della carta da lettere e tenendo gli occhi socchiusi. Prese la stilografica dal tavolo, la intinse di quel sangue nero chiamato inchiostro ed iniziò a scrivere. Appena finito lasciò cadere la penna nella boccetta d'inchiostro e, una volta piegato il foglio, lo imbustò. Infine riprese la stilografica per scrivere sul retro della lettera.
      "Testamento di Susan Margarot - Da non aprire prima della sua morte"
      <Giulian> chiamò l'anziana signora.
      Arrivò un uomo alto, magro, con qualche capello grigio in testa, vestito da maggiordomo.
      <Porti questa lettera a mio cugino di Londra Luke!> esclamò.
      <D'accordo, Madame. Vuole che vada io di persona a consegnarla?> domandò gentilmente.
      <Esattamente, e deve partire il più presto possibile...> risposte Susan.
      <Certamente, Madame. Partirò questa sera stessa> concluse Giulian.


      Mentre Giulian preparava le valige, Susan decise di prendere un po' d'aria fresca ed uscì in giardino. Il giardino della casa di Susan era così lussureggiante: in ogni siepe c'erano come minimo venti rose, le margherite adornavano la fontana al centro del giardino e le viole incoronavano il capolavoro.
      Giulian uscì di casa e raggiunse Susan.
      <Madame, è 'sicura di voler rimanere sola?> domandò preoccupato.
      <Potrei star via per diversi giorni...> continuò.
      <Potrei chiamarle qualche mio amico maggiordomo che mi sostituisca in questi giorni...> aggiunse ancora, in attesa di una risposta.
      <Non si preoccupi, casomai mi sentissi sola chiamerò qualche mia amica...> risposte.
      Giulian tutto d'un tratto diventò serio: sapeva che la vecchia padrona non aveva amiche.
      Susan si alzò e si diresse verso la porta di una piccola capannina nel giardino, entrò e ne uscì con una brocchetta d'acqua vuota, che riempì ed usò per annaffiare i fiori.
      Nel frattempo Giulian tornò nella sua stanza per finire di fare le valige.
      La vecchia signora annaffiava le piante una ad una, cercando di bagnarne la base senza toccare i fiori.
      Il pomeriggio passò ed arrivò la sera.
      <La cena è pronta Madame> annunciò il maggiordomo.
      <Ora devo andare in stazione. Le prometto che sarò di ritorno entro Giovedì.> concluse.


      Giulian arrivò in stazione con una carrozza.
      Il treno a vapore cominciava a sbuffare: stava per partire. In quel momento gli cadde accidentalmente la lettera e, raccogliendola, notò la scritta sul retro.
      "Testamento di Susan Margarot - Da non aprire prima della sua morte".
      A Giulian gelò il sangue. Rimase immobile e per qualche secondo non respirò nemmeno.
      <Il treno Parigi-Wimille sta per partire dal binario 17!> avvertì il capostazione.
      Giulian si accomodò al suo posto e si addormentò sul sedile.
      ...
      <Signore, per la cena possiamo servirle bistecche, purè di patate, insalata e zuppa. Lei cosa desidera?> chiese la cameriera del treno a Giulian, svegliandolo.
      <No, grazie. Non prendo nulla. Ma siamo già arrivati?> domandò.
      <No, siamo ancora a Camiers...> replicò la cameriera, prima di allontanarsi.
      In quel momento il treno si sbilanciò verso sinistra: tutti i bagagli caddero dalle proprie postazioni. Il treno si inclinò ancora più verso sinistra, sino a ritrovarsi appoggiato di lato. Giulian, mentre il treno ruotava, spaccò il finestrino con la schiena e fu catapultato fuori; intanto il treno, uscito dai binari, scivolava rumorosamente nel precipizio. Quel gesto involontario gli salvò la vita.


      <Signore, si sente bene?> chiese un'infermiera a Giulian.
      <Ma, ma il treno... che fine ha fatto?> chiese, confuso, senza rispondere alla donna.
      <Il treno ha deragliato ed è cascato in un burrone; lei è l'unico ritrovato vivo per ora, assieme ad altri due feriti gravi...> rispose, seria, l'infermiera.
      Giulian rimase senza parole.
      <Le fa male la schiena? Sembra sia l'unico punto in cui è ferito...> riprese.
      <Sanguino solo; non credo di essermi rotto nulla...> disse Giulian con un filo di voce.
      Subito cercò di alzarsi e, anche se era leggermente instabile, riuscì a stare in piedi tenendosi alla ringhiera del letto.
      <Dovrà rimanere qui per qualche giorno, dopodichè potrà anche andare, ma dovrà usare una stampella...> concluse l'infermiera.


      Mentre era in ospedale, la polizia gli portò il suo bagaglio, recuperato fuori dal treno: tutto il contenuto era intatto, lettera inclusa.
      Due giorni dopo, Giulian fu dimesso. Subito prese una carrozza per arrivare a Wimille. Da lì prese una barca per attraversare il mare ed arrivare in Inghilterra. Arrivato a Folkestone, dunque, prese di nuovo il treno e giunse finalmente a Londra. In stazione, una volta sceso sceso dal treno, tirò fuori un foglio dalla tasca della giacca in cui si era scritto l'indirizzo di Luke.
      ...
      Giulian salì in carrozza.
      <Mi porti a Via Gordon Rd> ordinò Giulian al cocchiere.
      Una volta giunto a destinazione, lo pagò e si mise a cercare la casa col numero 13...
      <Oh, eccola. E' davvero una bella villa...> pensò, appena individuata la casa.
      Giulian bussò e gli aprì un maggiordomo.
      <Salve, casa di Luke Proven, desidera?> domandò, molto gentilmente.
      <Salve, sono il maggiordomo di Susan Margarot, cugina di Luke.> rispose.
      <Prego, si accomodi> lo invitò gentilmente il maggiordomo, indicando l'enorme sala alla sua destra.
      <Prego si accomodi. Le vado a chiamare il Signor Luke: è in studio a lavorare ad un progetto...> aggiunse, poco prima di allontanarsi.
      Giulian si sedette su una sedia.
      Nell'attesa, ne approfittò per dare un'occhiata alla stanza: al centro di essa c'era un grande tavolino in legno e sopra una tovaglia rossa con ornamenti color oro, i muri erano decorati da numerosi quadri di dipinti che riportavano alla pittura di Van Gogh e, sopra la sua testa, pendeva un enorme lampadario pieno di candele. Giulian sorrise: gli piaceva lo stile di quella sala.
      In quel momento il maggiordomo scese le scale, seguito da un giovane, vestito elegantemente e dall'aria un po' stanca, che cercava di non far notare la stanchezza sorridendo.
      <Salve. Mi scusi per l'attesa, ma in questi giorni il lavoro non mi lascia proprio tregua> disse il giovane porgendo la mano a Giulian.
      <Salve, sono qui per portarle una cosa da parte di sua cugina Susan> disse, dopo avergli stretto la mano.
      <Non abbiate fretta. Le andrebbe del thè?> domandò Luke.
      <Grazie mille, accetto volentieri.> rispose sorridente.
      <So' che qui in Inghilterra il thè è davvero ottimo...> aggiunse.
      Il giovane fece cenno con la mano al suo maggiordomo, che si avviò verso la cucina.
      <Allora, mi dica... come stà Susan? E' da tempo che non ci vediamo...>
      <La signora sta bene e le porta i suoi saluti> risposte Giulian, un po' più serio.
      Giulian notò una macchia di pittura con sfumature che andavano dal blu notte al blu elettro sulla manica della camicia del Signor Luke.
      <Stà lavorando ad un nuovo quadro, quindi... un dipinto con uno sfondo notturno, giusto?> chiese Giulian.
      <Esatto. Da cosa l'ha intuito?> disse Luke stupito.
      <Dalla macchia blu nella manica della sua camicia, Signor Luke...> rispose.
      Luke sorrise. In quel momento arrivò il maggiordomo del pittore, portando un vassoio con due tazzine di thè.
      Giulian ringraziò e ne bevve un primo sorso.
      <James, prepari la stanza degli ospiti per ospitare qui il Signore stasera> disse Luke al suo maggiordomo.
      <Certamente, Sir> concluse egli.
      Il maggiordomo, quindi, si girò e tornò al piano di sopra.
      <Grazie mille, ma non mi fermerò a lungo; ripartirò domani mattina: non vorrei essere di disturbo...> disse Giulian gentilmente, mentre beveva un altro sorso di thè.
      <Non si preoccupi, lei non è di disturbo, anzi, vorrei chiederle un'opinione sul quadro a cui sto lavorando...> disse Luke.
      <Un buon pittore non dovrebbe mai mostrare a nessuno un quadro non terminato!> disse Giulian.
      <Giusto, lei ha pienamente ragione. Mi permetta, almeno, di farle vedere la mia galleria di dipinti> risposte Luke.
      <Sarebbe un vero onore per me> risposte Giulian, sorridente.
      Così Luke si alzò e portò Giulian nella stanza dove teneva i quadri.
      <Davvero stupendi...> disse Giulian, dopo aver osservato attentamente ogni singolo dipinto.
      Arrivò il maggiordomo ed annunciò che era pronta la cena.
      ...
      <Tutto davvero buonissimo> si complimentò Giulian a cena finita.
      <Scusate, ma ora dovrei andare a riposarmi; il viaggio è stato molto lungo e sono stanco> aggiunse, alzandosi da tavola.
      <James, accompagni Giulian nella stanza degli ospiti> ordinò Luke al maggiordomo.
      Giulian fu accompagnato da James in una stanza enorme, bellissima, anch'essa con tanti bei quadri alle pareti, due letti, un grande tavolo con al centro un vaso di fiori profumati ed un lampadario di cristallo su cui vi erano tante candele accese.
      <Grazie tante> disse Giulian al maggiordomo sempre gentile e disponibile.
      Quella sera Giulian dormì molto bene...

      La mattina seguente Giulian, appena si svegliò, cominciò a prepararsi per ripartire.
      Mentre faceva le valige sentì bussare alla porta della sua stanza.
      Lasciò stare per un attimo le valige ed andò ad aprire.
      <Buongiorno. Mi scusi, volevo solo chiederle cosa desidera per colazione> disse James, mentre notò dietro di Giulian le valige aperte sul letto.
      <Non si scomodi a prepararmi nulla, partirò stamane subito dopo aver dato a Luke ciò per cui sono quì> disse Giulian, il quale non voleva assolutamente essere di disturbo.
      <Beh, il Signor Luke è al piano di sotto nella sala da pranzo che l'attende> aggiunse James.
      Così Giulian finì di sistemare le ultime cose e si recò in sala da pranzo.
      Una volta finita la colazione, Giulian tirò fuori dalla giacca la lettera.
      <Ecco ciò per cui sua cugina mi ha mandato qui da lei...> disse porgendo al giovane quella che, apparentemente, sembrava una semplicissima lettera.
      <Per quale motivo Susan mi ha voluto scrivere una lettera?> chiese.
      <Non è una lettera...> lo corresse Giulian.
      <Legga sul retro> aggiunse.
      <Oh, mi scusi per quanto ho detto adesso. Non avevo capito che si trattasse di questo tipo di lettera...> disse con un tono più lieve Luke, dopo aver letto quelle poche parole di tanto significato.
      <Ora devo proprio andare.> annunciò Giulian alzandosi.
      <Le ho fatto chiamare una carrozza: è qui fuori.> aggiunse il maggiordomo gentilmente.
      Così Giulian prese le valige e, accompagnato dal maggiordomo, uscì.
      <La ringrazio per l'ospitalità> disse Giulian a Luke.
      <Grazie a lei per esserci venuto a trovare. Torni quando vuole e mandi i miei saluti a Susan> disse Luke.
      <Luke, le devo fare i complimenti per il suo maggiordomo. Io ormai da molti anni lavoro come maggiordomo della Signora Susan e conosco molta gente che fa questo lavoro... James è uno dei migliori che io abbia mai visto> si complimentò Giulian.
      <Grazie mille. Ha molta importanza per me sentirmi dire questo da un maggiordomo attivo come lei!> ringraziò Luke sorridente.
      Giulian salì sulla carrozza, arrivò alla stazione e prese il primo treno in partenza.[/spoiler]

      PS: [spoiler]Se trovate errori, avete consigli o critiche potete ovviamente scrivermi nei commenti :pwnd:[/spoiler]

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