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Da Dolce_J0LlyYT
..... MI ha mandato il suo numero del tel .....
[Link della Foto per Verderlà bene ..]
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Da minecrafmattiadangelo@gmai
View File Real Albergo dei Poveri
Noi della 2 E (2017-2018) della scuola Ruggero Bonghi di Roma abbiamo realizzato il Real Albergo dei Poveri o Serraglio, edificio di Napoli
Submitter minecrafmattiadangelo@gmai Submitted 12/03/2018 Category Custom Map Link Esterno
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Da minecrafmattiadangelo@gmai
Noi della 2 E (2017-2018) della scuola Ruggero Bonghi di Roma abbiamo realizzato il Real Albergo dei Poveri o Serraglio, edificio di Napoli
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Da AriesLiver
Salve,
Apro questa discussione per avere opinioni sul libro che sto scrivendo.
~ Brevissima "Introduzione" al libro:
[spoiler]Iniziata l'estate scorsa e poi ricominciata (da capo, per vari motivi) quest'estate, è finalmente arrivata alla fine del 1° capitolo questa maledetta (in più sensi) storia. Inizialmente era nata come storiella scritta con un mio amico, anche se poi l'ho continuata da solo. La trama (che nel primo capitolo è solo leggermente accennata) mi è venuta in mente parlando con una mia compagna di classe di una sua parente morta e del suo testamento. Non sono molto veloce a scrivere i capitoli perchè li rileggo tantissime volte, correggendo ed aggiungendo pezzi finchè non li trovo perfetti. Questo capitolo è provvisorio ed aperto, quindi proponete modifiche e se mi vanno bene le attuerò. So di non essere un grandissimo scrittore, ma credo di cavarmela...[/spoiler]
~ 1° Capitolo: (Buona lettura)
[spoiler]
Il testamento della Morte
Non una semplice storia ...
Capitolo 1: Il Testamento di Susan
Susan si sedette su di una sedia, stringendo tra le mani della carta da lettere e tenendo gli occhi socchiusi. Prese la stilografica dal tavolo, la intinse di quel sangue nero chiamato inchiostro ed iniziò a scrivere. Appena finito lasciò cadere la penna nella boccetta d'inchiostro e, una volta piegato il foglio, lo imbustò. Infine riprese la stilografica per scrivere sul retro della lettera.
"Testamento di Susan Margarot - Da non aprire prima della sua morte"
<Giulian> chiamò l'anziana signora.
Arrivò un uomo alto, magro, con qualche capello grigio in testa, vestito da maggiordomo.
<Porti questa lettera a mio cugino di Londra Luke!> esclamò.
<D'accordo, Madame. Vuole che vada io di persona a consegnarla?> domandò gentilmente.
<Esattamente, e deve partire il più presto possibile...> risposte Susan.
<Certamente, Madame. Partirò questa sera stessa> concluse Giulian.
Mentre Giulian preparava le valige, Susan decise di prendere un po' d'aria fresca ed uscì in giardino. Il giardino della casa di Susan era così lussureggiante: in ogni siepe c'erano come minimo venti rose, le margherite adornavano la fontana al centro del giardino e le viole incoronavano il capolavoro.
Giulian uscì di casa e raggiunse Susan.
<Madame, è 'sicura di voler rimanere sola?> domandò preoccupato.
<Potrei star via per diversi giorni...> continuò.
<Potrei chiamarle qualche mio amico maggiordomo che mi sostituisca in questi giorni...> aggiunse ancora, in attesa di una risposta.
<Non si preoccupi, casomai mi sentissi sola chiamerò qualche mia amica...> risposte.
Giulian tutto d'un tratto diventò serio: sapeva che la vecchia padrona non aveva amiche.
Susan si alzò e si diresse verso la porta di una piccola capannina nel giardino, entrò e ne uscì con una brocchetta d'acqua vuota, che riempì ed usò per annaffiare i fiori.
Nel frattempo Giulian tornò nella sua stanza per finire di fare le valige.
La vecchia signora annaffiava le piante una ad una, cercando di bagnarne la base senza toccare i fiori.
Il pomeriggio passò ed arrivò la sera.
<La cena è pronta Madame> annunciò il maggiordomo.
<Ora devo andare in stazione. Le prometto che sarò di ritorno entro Giovedì.> concluse.
Giulian arrivò in stazione con una carrozza.
Il treno a vapore cominciava a sbuffare: stava per partire. In quel momento gli cadde accidentalmente la lettera e, raccogliendola, notò la scritta sul retro.
"Testamento di Susan Margarot - Da non aprire prima della sua morte".
A Giulian gelò il sangue. Rimase immobile e per qualche secondo non respirò nemmeno.
<Il treno Parigi-Wimille sta per partire dal binario 17!> avvertì il capostazione.
Giulian si accomodò al suo posto e si addormentò sul sedile.
...
<Signore, per la cena possiamo servirle bistecche, purè di patate, insalata e zuppa. Lei cosa desidera?> chiese la cameriera del treno a Giulian, svegliandolo.
<No, grazie. Non prendo nulla. Ma siamo già arrivati?> domandò.
<No, siamo ancora a Camiers...> replicò la cameriera, prima di allontanarsi.
In quel momento il treno si sbilanciò verso sinistra: tutti i bagagli caddero dalle proprie postazioni. Il treno si inclinò ancora più verso sinistra, sino a ritrovarsi appoggiato di lato. Giulian, mentre il treno ruotava, spaccò il finestrino con la schiena e fu catapultato fuori; intanto il treno, uscito dai binari, scivolava rumorosamente nel precipizio. Quel gesto involontario gli salvò la vita.
<Signore, si sente bene?> chiese un'infermiera a Giulian.
<Ma, ma il treno... che fine ha fatto?> chiese, confuso, senza rispondere alla donna.
<Il treno ha deragliato ed è cascato in un burrone; lei è l'unico ritrovato vivo per ora, assieme ad altri due feriti gravi...> rispose, seria, l'infermiera.
Giulian rimase senza parole.
<Le fa male la schiena? Sembra sia l'unico punto in cui è ferito...> riprese.
<Sanguino solo; non credo di essermi rotto nulla...> disse Giulian con un filo di voce.
Subito cercò di alzarsi e, anche se era leggermente instabile, riuscì a stare in piedi tenendosi alla ringhiera del letto.
<Dovrà rimanere qui per qualche giorno, dopodichè potrà anche andare, ma dovrà usare una stampella...> concluse l'infermiera.
Mentre era in ospedale, la polizia gli portò il suo bagaglio, recuperato fuori dal treno: tutto il contenuto era intatto, lettera inclusa.
Due giorni dopo, Giulian fu dimesso. Subito prese una carrozza per arrivare a Wimille. Da lì prese una barca per attraversare il mare ed arrivare in Inghilterra. Arrivato a Folkestone, dunque, prese di nuovo il treno e giunse finalmente a Londra. In stazione, una volta sceso sceso dal treno, tirò fuori un foglio dalla tasca della giacca in cui si era scritto l'indirizzo di Luke.
...
Giulian salì in carrozza.
<Mi porti a Via Gordon Rd> ordinò Giulian al cocchiere.
Una volta giunto a destinazione, lo pagò e si mise a cercare la casa col numero 13...
<Oh, eccola. E' davvero una bella villa...> pensò, appena individuata la casa.
Giulian bussò e gli aprì un maggiordomo.
<Salve, casa di Luke Proven, desidera?> domandò, molto gentilmente.
<Salve, sono il maggiordomo di Susan Margarot, cugina di Luke.> rispose.
<Prego, si accomodi> lo invitò gentilmente il maggiordomo, indicando l'enorme sala alla sua destra.
<Prego si accomodi. Le vado a chiamare il Signor Luke: è in studio a lavorare ad un progetto...> aggiunse, poco prima di allontanarsi.
Giulian si sedette su una sedia.
Nell'attesa, ne approfittò per dare un'occhiata alla stanza: al centro di essa c'era un grande tavolino in legno e sopra una tovaglia rossa con ornamenti color oro, i muri erano decorati da numerosi quadri di dipinti che riportavano alla pittura di Van Gogh e, sopra la sua testa, pendeva un enorme lampadario pieno di candele. Giulian sorrise: gli piaceva lo stile di quella sala.
In quel momento il maggiordomo scese le scale, seguito da un giovane, vestito elegantemente e dall'aria un po' stanca, che cercava di non far notare la stanchezza sorridendo.
<Salve. Mi scusi per l'attesa, ma in questi giorni il lavoro non mi lascia proprio tregua> disse il giovane porgendo la mano a Giulian.
<Salve, sono qui per portarle una cosa da parte di sua cugina Susan> disse, dopo avergli stretto la mano.
<Non abbiate fretta. Le andrebbe del thè?> domandò Luke.
<Grazie mille, accetto volentieri.> rispose sorridente.
<So' che qui in Inghilterra il thè è davvero ottimo...> aggiunse.
Il giovane fece cenno con la mano al suo maggiordomo, che si avviò verso la cucina.
<Allora, mi dica... come stà Susan? E' da tempo che non ci vediamo...>
<La signora sta bene e le porta i suoi saluti> risposte Giulian, un po' più serio.
Giulian notò una macchia di pittura con sfumature che andavano dal blu notte al blu elettro sulla manica della camicia del Signor Luke.
<Stà lavorando ad un nuovo quadro, quindi... un dipinto con uno sfondo notturno, giusto?> chiese Giulian.
<Esatto. Da cosa l'ha intuito?> disse Luke stupito.
<Dalla macchia blu nella manica della sua camicia, Signor Luke...> rispose.
Luke sorrise. In quel momento arrivò il maggiordomo del pittore, portando un vassoio con due tazzine di thè.
Giulian ringraziò e ne bevve un primo sorso.
<James, prepari la stanza degli ospiti per ospitare qui il Signore stasera> disse Luke al suo maggiordomo.
<Certamente, Sir> concluse egli.
Il maggiordomo, quindi, si girò e tornò al piano di sopra.
<Grazie mille, ma non mi fermerò a lungo; ripartirò domani mattina: non vorrei essere di disturbo...> disse Giulian gentilmente, mentre beveva un altro sorso di thè.
<Non si preoccupi, lei non è di disturbo, anzi, vorrei chiederle un'opinione sul quadro a cui sto lavorando...> disse Luke.
<Un buon pittore non dovrebbe mai mostrare a nessuno un quadro non terminato!> disse Giulian.
<Giusto, lei ha pienamente ragione. Mi permetta, almeno, di farle vedere la mia galleria di dipinti> risposte Luke.
<Sarebbe un vero onore per me> risposte Giulian, sorridente.
Così Luke si alzò e portò Giulian nella stanza dove teneva i quadri.
<Davvero stupendi...> disse Giulian, dopo aver osservato attentamente ogni singolo dipinto.
Arrivò il maggiordomo ed annunciò che era pronta la cena.
...
<Tutto davvero buonissimo> si complimentò Giulian a cena finita.
<Scusate, ma ora dovrei andare a riposarmi; il viaggio è stato molto lungo e sono stanco> aggiunse, alzandosi da tavola.
<James, accompagni Giulian nella stanza degli ospiti> ordinò Luke al maggiordomo.
Giulian fu accompagnato da James in una stanza enorme, bellissima, anch'essa con tanti bei quadri alle pareti, due letti, un grande tavolo con al centro un vaso di fiori profumati ed un lampadario di cristallo su cui vi erano tante candele accese.
<Grazie tante> disse Giulian al maggiordomo sempre gentile e disponibile.
Quella sera Giulian dormì molto bene...
La mattina seguente Giulian, appena si svegliò, cominciò a prepararsi per ripartire.
Mentre faceva le valige sentì bussare alla porta della sua stanza.
Lasciò stare per un attimo le valige ed andò ad aprire.
<Buongiorno. Mi scusi, volevo solo chiederle cosa desidera per colazione> disse James, mentre notò dietro di Giulian le valige aperte sul letto.
<Non si scomodi a prepararmi nulla, partirò stamane subito dopo aver dato a Luke ciò per cui sono quì> disse Giulian, il quale non voleva assolutamente essere di disturbo.
<Beh, il Signor Luke è al piano di sotto nella sala da pranzo che l'attende> aggiunse James.
Così Giulian finì di sistemare le ultime cose e si recò in sala da pranzo.
Una volta finita la colazione, Giulian tirò fuori dalla giacca la lettera.
<Ecco ciò per cui sua cugina mi ha mandato qui da lei...> disse porgendo al giovane quella che, apparentemente, sembrava una semplicissima lettera.
<Per quale motivo Susan mi ha voluto scrivere una lettera?> chiese.
<Non è una lettera...> lo corresse Giulian.
<Legga sul retro> aggiunse.
<Oh, mi scusi per quanto ho detto adesso. Non avevo capito che si trattasse di questo tipo di lettera...> disse con un tono più lieve Luke, dopo aver letto quelle poche parole di tanto significato.
<Ora devo proprio andare.> annunciò Giulian alzandosi.
<Le ho fatto chiamare una carrozza: è qui fuori.> aggiunse il maggiordomo gentilmente.
Così Giulian prese le valige e, accompagnato dal maggiordomo, uscì.
<La ringrazio per l'ospitalità> disse Giulian a Luke.
<Grazie a lei per esserci venuto a trovare. Torni quando vuole e mandi i miei saluti a Susan> disse Luke.
<Luke, le devo fare i complimenti per il suo maggiordomo. Io ormai da molti anni lavoro come maggiordomo della Signora Susan e conosco molta gente che fa questo lavoro... James è uno dei migliori che io abbia mai visto> si complimentò Giulian.
<Grazie mille. Ha molta importanza per me sentirmi dire questo da un maggiordomo attivo come lei!> ringraziò Luke sorridente.
Giulian salì sulla carrozza, arrivò alla stazione e prese il primo treno in partenza.[/spoiler]
PS: [spoiler]Se trovate errori, avete consigli o critiche potete ovviamente scrivermi nei commenti :pwnd:[/spoiler]
Se vi è un minimo piaciuta e volete spingermi a continuarla (anche se non so se pubblicherò qui i prossimi capitoli), mettete +1
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