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AriesLiver

[Storia By Liver] Il Testamento Della Morte

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Salve,
Apro questa discussione per avere opinioni sul libro che sto scrivendo.

~ Brevissima "Introduzione" al libro:
[spoiler]Iniziata l'estate scorsa e poi ricominciata (da capo, per vari motivi) quest'estate, è finalmente arrivata alla fine del 1° capitolo questa maledetta (in più sensi) storia. Inizialmente era nata come storiella scritta con un mio amico, anche se poi l'ho continuata da solo. La trama (che nel primo capitolo è solo leggermente accennata) mi è venuta in mente parlando con una mia compagna di classe di una sua parente morta e del suo testamento. Non sono molto veloce a scrivere i capitoli perchè li rileggo tantissime volte, correggendo ed aggiungendo pezzi finchè non li trovo perfetti. Questo capitolo è provvisorio ed aperto, quindi proponete modifiche e se mi vanno bene le attuerò. So di non essere un grandissimo scrittore, ma credo di cavarmela...[/spoiler]
 

~ 1° Capitolo: (Buona lettura)
[spoiler]
Il testamento della Morte
Non una semplice storia ...

Capitolo 1: Il Testamento di Susan

Susan si sedette su di una sedia, stringendo tra le mani della carta da lettere e tenendo gli occhi socchiusi. Prese la stilografica dal tavolo, la intinse di quel sangue nero chiamato inchiostro ed iniziò a scrivere. Appena finito lasciò cadere la penna nella boccetta d'inchiostro e, una volta piegato il foglio, lo imbustò. Infine riprese la stilografica per scrivere sul retro della lettera.
"Testamento di Susan Margarot - Da non aprire prima della sua morte"
<Giulian> chiamò l'anziana signora.
Arrivò un uomo alto, magro, con qualche capello grigio in testa, vestito da maggiordomo.
<Porti questa lettera a mio cugino di Londra Luke!> esclamò.
<D'accordo, Madame. Vuole che vada io di persona a consegnarla?> domandò gentilmente.
<Esattamente, e deve partire il più presto possibile...> risposte Susan.
<Certamente, Madame. Partirò questa sera stessa> concluse Giulian.


Mentre Giulian preparava le valige, Susan decise di prendere un po' d'aria fresca ed uscì in giardino. Il giardino della casa di Susan era così lussureggiante: in ogni siepe c'erano come minimo venti rose, le margherite adornavano la fontana al centro del giardino e le viole incoronavano il capolavoro.
Giulian uscì di casa e raggiunse Susan.
<Madame, è 'sicura di voler rimanere sola?> domandò preoccupato.
<Potrei star via per diversi giorni...> continuò.
<Potrei chiamarle qualche mio amico maggiordomo che mi sostituisca in questi giorni...> aggiunse ancora, in attesa di una risposta.
<Non si preoccupi, casomai mi sentissi sola chiamerò qualche mia amica...> risposte.
Giulian tutto d'un tratto diventò serio: sapeva che la vecchia padrona non aveva amiche.
Susan si alzò e si diresse verso la porta di una piccola capannina nel giardino, entrò e ne uscì con una brocchetta d'acqua vuota, che riempì ed usò per annaffiare i fiori.
Nel frattempo Giulian tornò nella sua stanza per finire di fare le valige.
La vecchia signora annaffiava le piante una ad una, cercando di bagnarne la base senza toccare i fiori.
Il pomeriggio passò ed arrivò la sera.
<La cena è pronta Madame> annunciò il maggiordomo.
<Ora devo andare in stazione. Le prometto che sarò di ritorno entro Giovedì.> concluse.


Giulian arrivò in stazione con una carrozza.
Il treno a vapore cominciava a sbuffare: stava per partire. In quel momento gli cadde accidentalmente la lettera e, raccogliendola, notò la scritta sul retro.
"Testamento di Susan Margarot - Da non aprire prima della sua morte".
A Giulian gelò il sangue. Rimase immobile e per qualche secondo non respirò nemmeno.
<Il treno Parigi-Wimille sta per partire dal binario 17!> avvertì il capostazione.
Giulian si accomodò al suo posto e si addormentò sul sedile.
...
<Signore, per la cena possiamo servirle bistecche, purè di patate, insalata e zuppa. Lei cosa desidera?> chiese la cameriera del treno a Giulian, svegliandolo.
<No, grazie. Non prendo nulla. Ma siamo già arrivati?> domandò.
<No, siamo ancora a Camiers...> replicò la cameriera, prima di allontanarsi.
In quel momento il treno si sbilanciò verso sinistra: tutti i bagagli caddero dalle proprie postazioni. Il treno si inclinò ancora più verso sinistra, sino a ritrovarsi appoggiato di lato. Giulian, mentre il treno ruotava, spaccò il finestrino con la schiena e fu catapultato fuori; intanto il treno, uscito dai binari, scivolava rumorosamente nel precipizio. Quel gesto involontario gli salvò la vita.


<Signore, si sente bene?> chiese un'infermiera a Giulian.
<Ma, ma il treno... che fine ha fatto?> chiese, confuso, senza rispondere alla donna.
<Il treno ha deragliato ed è cascato in un burrone; lei è l'unico ritrovato vivo per ora, assieme ad altri due feriti gravi...> rispose, seria, l'infermiera.
Giulian rimase senza parole.
<Le fa male la schiena? Sembra sia l'unico punto in cui è ferito...> riprese.
<Sanguino solo; non credo di essermi rotto nulla...> disse Giulian con un filo di voce.
Subito cercò di alzarsi e, anche se era leggermente instabile, riuscì a stare in piedi tenendosi alla ringhiera del letto.
<Dovrà rimanere qui per qualche giorno, dopodichè potrà anche andare, ma dovrà usare una stampella...> concluse l'infermiera.


Mentre era in ospedale, la polizia gli portò il suo bagaglio, recuperato fuori dal treno: tutto il contenuto era intatto, lettera inclusa.
Due giorni dopo, Giulian fu dimesso. Subito prese una carrozza per arrivare a Wimille. Da lì prese una barca per attraversare il mare ed arrivare in Inghilterra. Arrivato a Folkestone, dunque, prese di nuovo il treno e giunse finalmente a Londra. In stazione, una volta sceso sceso dal treno, tirò fuori un foglio dalla tasca della giacca in cui si era scritto l'indirizzo di Luke.
...
Giulian salì in carrozza.
<Mi porti a Via Gordon Rd> ordinò Giulian al cocchiere.
Una volta giunto a destinazione, lo pagò e si mise a cercare la casa col numero 13...
<Oh, eccola. E' davvero una bella villa...> pensò, appena individuata la casa.
Giulian bussò e gli aprì un maggiordomo.
<Salve, casa di Luke Proven, desidera?> domandò, molto gentilmente.
<Salve, sono il maggiordomo di Susan Margarot, cugina di Luke.> rispose.
<Prego, si accomodi> lo invitò gentilmente il maggiordomo, indicando l'enorme sala alla sua destra.
<Prego si accomodi. Le vado a chiamare il Signor Luke: è in studio a lavorare ad un progetto...> aggiunse, poco prima di allontanarsi.
Giulian si sedette su una sedia.
Nell'attesa, ne approfittò per dare un'occhiata alla stanza: al centro di essa c'era un grande tavolino in legno e sopra una tovaglia rossa con ornamenti color oro, i muri erano decorati da numerosi quadri di dipinti che riportavano alla pittura di Van Gogh e, sopra la sua testa, pendeva un enorme lampadario pieno di candele. Giulian sorrise: gli piaceva lo stile di quella sala.
In quel momento il maggiordomo scese le scale, seguito da un giovane, vestito elegantemente e dall'aria un po' stanca, che cercava di non far notare la stanchezza sorridendo.
<Salve. Mi scusi per l'attesa, ma in questi giorni il lavoro non mi lascia proprio tregua> disse il giovane porgendo la mano a Giulian.
<Salve, sono qui per portarle una cosa da parte di sua cugina Susan> disse, dopo avergli stretto la mano.
<Non abbiate fretta. Le andrebbe del thè?> domandò Luke.
<Grazie mille, accetto volentieri.> rispose sorridente.
<So' che qui in Inghilterra il thè è davvero ottimo...> aggiunse.
Il giovane fece cenno con la mano al suo maggiordomo, che si avviò verso la cucina.
<Allora, mi dica... come stà Susan? E' da tempo che non ci vediamo...>
<La signora sta bene e le porta i suoi saluti> risposte Giulian, un po' più serio.
Giulian notò una macchia di pittura con sfumature che andavano dal blu notte al blu elettro sulla manica della camicia del Signor Luke.
<Stà lavorando ad un nuovo quadro, quindi... un dipinto con uno sfondo notturno, giusto?> chiese Giulian.
<Esatto. Da cosa l'ha intuito?> disse Luke stupito.
<Dalla macchia blu nella manica della sua camicia, Signor Luke...> rispose.
Luke sorrise. In quel momento arrivò il maggiordomo del pittore, portando un vassoio con due tazzine di thè.
Giulian ringraziò e ne bevve un primo sorso.
<James, prepari la stanza degli ospiti per ospitare qui il Signore stasera> disse Luke al suo maggiordomo.
<Certamente, Sir> concluse egli.
Il maggiordomo, quindi, si girò e tornò al piano di sopra.
<Grazie mille, ma non mi fermerò a lungo; ripartirò domani mattina: non vorrei essere di disturbo...> disse Giulian gentilmente, mentre beveva un altro sorso di thè.
<Non si preoccupi, lei non è di disturbo, anzi, vorrei chiederle un'opinione sul quadro a cui sto lavorando...> disse Luke.
<Un buon pittore non dovrebbe mai mostrare a nessuno un quadro non terminato!> disse Giulian.
<Giusto, lei ha pienamente ragione. Mi permetta, almeno, di farle vedere la mia galleria di dipinti> risposte Luke.
<Sarebbe un vero onore per me> risposte Giulian, sorridente.
Così Luke si alzò e portò Giulian nella stanza dove teneva i quadri.
<Davvero stupendi...> disse Giulian, dopo aver osservato attentamente ogni singolo dipinto.
Arrivò il maggiordomo ed annunciò che era pronta la cena.
...
<Tutto davvero buonissimo> si complimentò Giulian a cena finita.
<Scusate, ma ora dovrei andare a riposarmi; il viaggio è stato molto lungo e sono stanco> aggiunse, alzandosi da tavola.
<James, accompagni Giulian nella stanza degli ospiti> ordinò Luke al maggiordomo.
Giulian fu accompagnato da James in una stanza enorme, bellissima, anch'essa con tanti bei quadri alle pareti, due letti, un grande tavolo con al centro un vaso di fiori profumati ed un lampadario di cristallo su cui vi erano tante candele accese.
<Grazie tante> disse Giulian al maggiordomo sempre gentile e disponibile.
Quella sera Giulian dormì molto bene...

La mattina seguente Giulian, appena si svegliò, cominciò a prepararsi per ripartire.
Mentre faceva le valige sentì bussare alla porta della sua stanza.
Lasciò stare per un attimo le valige ed andò ad aprire.
<Buongiorno. Mi scusi, volevo solo chiederle cosa desidera per colazione> disse James, mentre notò dietro di Giulian le valige aperte sul letto.
<Non si scomodi a prepararmi nulla, partirò stamane subito dopo aver dato a Luke ciò per cui sono quì> disse Giulian, il quale non voleva assolutamente essere di disturbo.
<Beh, il Signor Luke è al piano di sotto nella sala da pranzo che l'attende> aggiunse James.
Così Giulian finì di sistemare le ultime cose e si recò in sala da pranzo.
Una volta finita la colazione, Giulian tirò fuori dalla giacca la lettera.
<Ecco ciò per cui sua cugina mi ha mandato qui da lei...> disse porgendo al giovane quella che, apparentemente, sembrava una semplicissima lettera.
<Per quale motivo Susan mi ha voluto scrivere una lettera?> chiese.
<Non è una lettera...> lo corresse Giulian.
<Legga sul retro> aggiunse.
<Oh, mi scusi per quanto ho detto adesso. Non avevo capito che si trattasse di questo tipo di lettera...> disse con un tono più lieve Luke, dopo aver letto quelle poche parole di tanto significato.
<Ora devo proprio andare.> annunciò Giulian alzandosi.
<Le ho fatto chiamare una carrozza: è qui fuori.> aggiunse il maggiordomo gentilmente.
Così Giulian prese le valige e, accompagnato dal maggiordomo, uscì.
<La ringrazio per l'ospitalità> disse Giulian a Luke.
<Grazie a lei per esserci venuto a trovare. Torni quando vuole e mandi i miei saluti a Susan> disse Luke.
<Luke, le devo fare i complimenti per il suo maggiordomo. Io ormai da molti anni lavoro come maggiordomo della Signora Susan e conosco molta gente che fa questo lavoro... James è uno dei migliori che io abbia mai visto> si complimentò Giulian.
<Grazie mille. Ha molta importanza per me sentirmi dire questo da un maggiordomo attivo come lei!> ringraziò Luke sorridente.
Giulian salì sulla carrozza, arrivò alla stazione e prese il primo treno in partenza.[/spoiler]

PS: [spoiler]Se trovate errori, avete consigli o critiche potete ovviamente scrivermi nei commenti :pwnd:[/spoiler]

Se vi è un minimo piaciuta e volete spingermi a continuarla (anche se non so se pubblicherò qui i prossimi capitoli), mettete +1
Un 'Mi Piace' fa sempre piacere :3

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Sono io o negli spoiler non c'è niente?

No non sei tu :asd:

Segnalo?


Ah no ecco

Stavo editando il messaggio. Mi scuso per eventuali disagi :fiore:

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Live bho cioè..prima usi termini "raffinati" poi passi a qualche detto magari in dialetto o comunque gergali. Poi hai bisogno di migliorare le descrizioni ambientali, le vedo un pò poverelle..

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Alcune similitudine sono forzate e si sente che sono inserite nel testo solo per elevare il registro linguistico.

Le descrizioni sembrano delle liste della spesa: anziché elencare le caratteristiche di un oggetto e intrappolare con la punteggiatura gli aggettivi lascia che il discorso scorra tranquillo senza troppi artefatti linguistici, inoltre non mettere troppi paletti alla fantasia del lettore.
Alla fine del discorso diretto non è necessario utilizzare sempre le parole "disse", "rispose" , "replicò"  e così via. Rendi pesante il testo e fai passare il lettore per uno stupido.

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Live bho cioè..prima usi termini "raffinati" poi passi a qualche detto magari in dialetto o comunque gergali. Poi hai bisogno di migliorare le descrizioni ambientali, le vedo un pò poverelle..

In effetti qualche volta mi son reso conto di non aver rispettato i termini ed il modo di parlare elegante che avrei voluto usare... potresti citare alcuni di questi "errori" e farmi degli esempi su come correggerli? :pwnd:

Per le descrizioni, è il mio stile di scrittura...

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Alcune similitudine sono forzate e si sente che sono inserite nel testo solo per elevare il registro linguistico.

Le descrizioni sembrano delle liste della spesa: anziché elencare le caratteristiche di un oggetto e intrappolare con la punteggiatura gli aggettivi lascia che il discorso scorra tranquillo senza troppi artefatti linguistici, inoltre non mettere troppi paletti alla fantasia del lettore.
Alla fine del discorso diretto non è necessario utilizzare sempre le parole "disse", "rispose" , "replicò"  e così via. Rendi pesante il testo e fai passare il lettore per uno stupido.

 

Quoto. Esattamente ciò che volevo dire io.

 

Comunque per essere il tuo primo libro è scritto piuttosto bene.

 

[spoiler]replicò la cameriera, prima di allontanarsi.
disse l'infermiera, prima di allontanarsi.
In uno dei due casi togli il "prima di allontanarsi". Essendo le due frasi piuttosto vicine come posizione, nel leggerle ho provato una "spiacevole sensazione di deja vù". Non so se mi sono spiegato :)[/spoiler]

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Alcune similitudine sono forzate e si sente che sono inserite nel testo solo per elevare il registro linguistico.

Le descrizioni sembrano delle liste della spesa: anziché elencare le caratteristiche di un oggetto e intrappolare con la punteggiatura gli aggettivi lascia che il discorso scorra tranquillo senza troppi artefatti linguistici, inoltre non mettere troppi paletti alla fantasia del lettore.
Alla fine del discorso diretto non è necessario utilizzare sempre le parole "disse", "rispose" , "replicò"  e così via. Rendi pesante il testo e fai passare il lettore per uno stupido.

Per le descrizioni vedrò cosa fare...
Per i dialoghi, risolverò.
Grazie dei preziosi consigli. :pwnd:

 

Quoto. Esattamente ciò che volevo dire io.

 

Comunque per essere il tuo primo libro è scritto piuttosto bene.

 

[spoiler]replicò la cameriera, prima di allontanarsi.
disse l'infermiera, prima di allontanarsi.
In uno dei due casi togli il "prima di allontanarsi". Essendo le due frasi piuttosto vicine come posizione, nel leggerle ho provato una "spiacevole sensazione di deja vù". Non so se mi sono spiegato :)[/spoiler]

Grazie, anche se non è proprio il mio primo libro... Prima avevo scritto una FanFiction (molto da bambini però) che ho pubblicato in un altro Forum ed era piaciuta :3
Quello che mi hai segnalato è stato un errore involontario, vado a fixare!



Nessuno ha ancora commentato la trama... ovviamente questa è una minuscola parte della storia, una sorta di introduzione a ciò che poi avverrà... :sisi:

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Sarò rapido e indolore (forse :asd:)

 

Per come è scritto più che un libro sembra un copione di qualche film :asd:

Quoto i tizi qui sopra e in più, a cosa serve l'incidente con il treno? e perchè lo hai sbolognato in appena due righe e mezzo? Vuoi descrivere l'ambiente ma lo fai in modo molto superficiale, vuoi dare un certo "tono" a ciò che scrivi ma il risuitato è un pò scadente.

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Nessuno ha ancora commentato la trama... ovviamente questa è una minuscola parte della storia, una sorta di introduzione a ciò che poi avverrà... :sisi:

 

Per la trama... non so cosa dirti. Come dici tu è una minima parte quindi posso dirti molto, se mi fai un riassunto generale, posso darti un giudizio. :D

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Liver, quel blog che ti aveva linkato Annoyed contiene molte perle di saggezza, ti consiglio di darci un'occhiata. Ora come ora, il capitolo 1 non mi sembra granché.

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Sarò rapido e indolore (forse :asd:)

 

Per come è scritto più che un libro sembra un copione di qualche film :asd: Forse ho uno stile un po' spoglio, ma scrivo i racconti come piace leggerli a me, nel senso che io non amo le cose lunghe e le descrizioni spesso inutili, quindi non le metto nel mio libro.

Quoto i tizi qui sopra e in più, a cosa serve l'incidente con il treno? Fa parte della trama.  e perchè lo hai sbolognato in appena due righe e mezzo? Il capitolo è aperto, nel senso che può essere ancora modificato ed ampliato: i vostri consigli mi servono a questo. Vuoi descrivere l'ambiente ma lo fai in modo molto superficiale, vuoi dare un certo "tono" a ciò che scrivi ma il risuitato è un pò scadente. E' che non voglio descrivere l'ambiente troppo spesso, voglio più trama e meno decorazioni, anche se ogni tanto son costretto a metterle. Il "risuitato" non mi sembra poi così male.

Rispondo direttamente nel tuo commento per comodità.
 

Per la trama... non so cosa dirti. Come dici tu è una minima parte quindi posso dirti molto, se mi fai un riassunto generale, posso darti un giudizio. :D

Preferisco non spoilerare la trama, la scoprirete man mano leggendo i capitoli (anche se non so quanti riuscirò a farne quest'estate).
 

Liver, quel blog che ti aveva linkato Annoyed contiene molte perle di saggezza, ti consiglio di darci un'occhiata. Ora come ora, il capitolo 1 non mi sembra granché.

Okay, gli "darò una letta più approfondita". Comunque non credo neanche sia tanto male 'sto capitolo.

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<Se in un romanzo compare una pistolabisogna che spari>

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<Se in un romanzo compare una pistolabisogna che spari>

 

Mai sentita come citazione, ma credo che d'ora in poi sarà tra le mie preferite.

 

Grazie  :fiore:

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Ho deciso che, seguendo i vostri gusti e consigli, proverò a farne una versione parallela, una sorta di "Capitolo 1° - Versione 2.0".
Mi ci vorrà un pezzetto, ma quando l'avrò concluso lo pubblicherò.

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Alcune similitudine sono forzate e si sente che sono inserite nel testo solo per elevare il registro linguistico.

Le descrizioni sembrano delle liste della spesa: anziché elencare le caratteristiche di un oggetto e intrappolare con la punteggiatura gli aggettivi lascia che il discorso scorra tranquillo senza troppi artefatti linguistici, inoltre non mettere troppi paletti alla fantasia del lettore.
Alla fine del discorso diretto non è necessario utilizzare sempre le parole "disse", "rispose" , "replicò"  e così via. Rendi pesante il testo e fai passare il lettore per uno stupido.

Quoto Frene.

Oh, un appunto formale: i dialoghi si fanno con << >> non con < >.

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Quoto Frene.

Oh, un appunto formale: i dialoghi si fanno con << >> non con < >.

Lo so, ma è semplicemente più comodo e non è obbligatorio usare i soliti simboli per i dialoghi.

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Lo so, ma è semplicemente più comodo e non è obbligatorio usare i soliti simboli per i dialoghi.

Come vuoi, è ovvio che se lo devi leggere tu o degli amici metti i segni che vuoi, ma per convenzione si farebbe così, ti informo solo

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Salve,
Apro questa discussione per avere opinioni sul libro che sto scrivendo.

~ Brevissima "Introduzione" al libro:
[spoiler]Iniziata l'estate scorsa e poi ricominciata (da capo, per vari motivi) quest'estate, è finalmente arrivata alla fine del 1° capitolo questa maledetta (in più sensi) storia. Inizialmente era nata come storiella scritta con un mio amico, anche se poi l'ho continuata da solo. La trama (che nel primo capitolo è solo leggermente accennata) mi è venuta in mente parlando con una mia compagna di classe di una sua parente morta e del suo testamento. Non sono molto veloce a scrivere i capitoli perchè li rileggo tantissime volte, correggendo ed aggiungendo pezzi finchè non li trovo perfetti. Questo capitolo è provvisorio ed aperto, quindi proponete modifiche e se mi vanno bene le attuerò. So di non essere un grandissimo scrittore, ma credo di cavarmela...[/spoiler]
 

~ 1° Capitolo: (Buona lettura)
Il testamento della Morte
Non una semplice storia ...

Capitolo 1: Il Testamento di Susan

 

Susan si sedette su di una sedia, stringendo tra le mani della carta da lettere e tenendo gli occhi socchiusi. Prese la stilografica dal tavolo, la intinse di quel sangue nero chiamato inchiostro ed iniziò a scrivere. Appena finito lasciò cadere la penna nella boccetta d'inchiostro e, una volta piegato il foglio, lo imbustò. Infine riprese la stilografica per scrivere sul retro della lettera.

 

Iniziamo con il classico problema della "Stanza Bianca". Il lettore non capisce dove si trovi la protagonista, e anche se più o meno subito si capisce che è uno studio, qualche specificazione in più non guasterebbe.

 

"Quel sangue chiamato inchiostro": non ha senso usare metafore. Le metafore e le similitudini vanno usate solo quando qualcosa è - oggettivamente - difficile da descrivere. Rubo un attimo l'esempio classico di Gamberetta: come fai  a descrivere il ruggito di un alieno? Non puoi. Ma ti ci puoi avvicinare dicendo che è "come il ruggito di un leone". 

 

"Testamento di Susan Margarot - Da non aprire prima della sua morte"
<Giulian> chiamò l'anziana signora.

 

Dato che non ci sono altre indicazioni nel testo che Susan sia vecchia, il lettore a prima lettura non capisce se a parlare sia Susan stessa  o qualcun altro. O fai capire prima che Susan è vecchia o dici "Susan" e basta. Inoltre gli aggettivi sono da usare il meno possibile, solo quando è necessario: ora non è necessario, perché fra "Susan" e "l'anziana signora" non c'è nessun vantaggio pratico.

Arrivò un uomo alto, magro, con qualche capello grigio in testa, vestito da maggiordomo.

 

Non ha senso fare la descrizione di Giulian, per un motivo...e arriviamo al punto dolente: qual è il POV? Quello di Susan? Se è quello di Susan non ha senso che Susan stessa non pensi a Giulian come Giulian, men che meno che si ritrovi a guardarlo attentamente. Per ora il POV è un classico POV da narratore onnisciente che è da sempre considerato il tipo di narratore peggiore per la narrativa.

<Porti questa lettera a mio cugino di Londra Luke!> esclamò.

 

Esclamare: pronunciare ad alta voce e con forza

questa è solo una preferenza personale, ma non vedo il senso di usare il verbo esclamare o comunque il punto ! . Un "ordinò" lo troverei più adatto.

<D'accordo, Madame. Vuole che vada io di persona a consegnarla?> domandò gentilmente.

 

Domanda inutile. "porti questa lettera" rende abbastanza chiaro che la tipa si stesse riferendo a Giulian stesso.

 

<Esattamente, e deve partire il più presto possibile...> risposte Susan.
<Certamente, Madame. Partirò questa sera stessa> concluse Giulian.
 

Dopo le prime due battute, in un botta-e-risposta, non è necessario continuare con "rispose X" e "disse Y". Il lettore riesce ad identificare chiaramente da quale bocca escono le parole.

Mentre Giulian preparava le valige, Susan decise di prendere un po' d'aria fresca ed uscì in giardino. Il giardino della casa di Susan era così lussureggiante: in ogni siepe c'erano come minimo venti rose, le margherite adornavano la fontana al centro del giardino e le viole incoronavano il capolavoro.

 

il narratore onnisciente è tornato! E soprattutto...è soggettivo! *hooray* . Questa è la classica sindrome del "Voglio-far-capire-una-cosa-quindi-prima-racconto-poi-mostro".  E' inutile raccontare che il giardino è lussureggiante (inoltre "così lussureggiante" non vuol dire una beneamata minchia) e poi mostrare che lo è. Lo si mostra e basta, e soprattutto lo si mostra meglio. Dire "c'erano minimo venti rose" eccetera è impreciso. Fa molto più effetto descrivere nel minuscolo i rivoli d'acqua che escono dalla bocca della fontana, che tra l'altro non è una "fontana" ma è una cazzo di sirena di marmo alta 2 metri con intarsiature di topazi. "mostrare, non raccontare" è il motto di un qualsiasi scrittore. 

Giulian uscì di casa e raggiunse Susan.
<Madame, è 'sicura di voler rimanere sola?> domandò preoccupato.

 

"Preoccupato" è raccontato.  Mostrare, come al solito, sarebbe meglio: far vedere la sua faccia impensierita mentre osserva Susan sarebbe più efficace.

Inoltre c'è un refuso : 'sicura con quell'apostrofo che non c'entra nulla.

<Potrei star via per diversi giorni...> continuò.
<Potrei chiamarle qualche mio amico maggiordomo che mi sostituisca in questi giorni...> aggiunse ancora, in attesa di una risposta.
<Non si preoccupi, casomai mi sentissi sola chiamerò qualche mia amica...> risposte.

 

refuso: "risposte" invece di "rispose"

 

Giulian tutto d'un tratto diventò serio: sapeva che la vecchia padrona non aveva amiche.

 

Questa cosa non ha serio. Per diventare serio ci dev'essere il presupposto che prima non lo fosse, e prima era preoccupato, e uno quando è preoccupato è anche serio, non può essere felicemente preoccupato. Inoltre, ancora una volta, "tutto d'un tratto diventò serio" è raccontare. Potresti semplicemente descrivere come Giulian corruga ancora di più la fronte e sbuffa sentendo la menzogna della vecchia.

Susan si alzò e si diresse verso la porta di una piccola capannina nel giardino, entrò e ne uscì con una brocchetta d'acqua vuota, che riempì ed usò per annaffiare i fiori.

 

E' tutto descritto molto strettamente, è il classico effetto "lista della spesa". Inoltre è raccontato: Susan "annaffia i fiori", non versa l'acqua su quel bellissimo gerano che c'è all'angolo più estremo del giardino, vicino ad un muro cosparso d'edera. Ci vogliono più immagini precise!

Nel frattempo Giulian tornò nella sua stanza per finire di fare le valige.
La vecchia signora annaffiava le piante una ad una, cercando di bagnarne la base senza toccare i fiori.

 

Il pomeriggio passò ed arrivò la sera.

 

Uno stacco diretto sarebbe più elegante. Il problema è che tu stacchi paragrafo già troppo spesso, quindi non so se si noterebbe. Fai paragrafi più lunghi, l'azione si condensa e non è sempre interrotta.

<La cena è pronta Madame> annunciò il maggiordomo.
<Ora devo andare in stazione. Le prometto che sarò di ritorno entro Giovedì.> concluse.
 

Un paragrafo di 2 righe, DI DIALOGO? SRSLY?

Giulian arrivò in stazione con una carrozza.

 

Qui c'è un cambio di POV. Almeno così pare: se prima avevi un POV onnisciente abbastanza legato (almeno in apparenza) a Susan, ora è leggermente legato a Giulian. Pertanto questo "giulian arrivò in bla bla" non è accettabile. O mostri di preciso il viaggio, oppure fai semplicemente vedere Giulian che scende dalla carrozza. 

Il treno a vapore cominciava a sbuffare: stava per partire. In quel momento gli cadde accidentalmente la lettera e, raccogliendola, notò la scritta sul retro.

 

Se il treno sta per partire è ovvio che sbuffa. Come prima c'era un raccontato-mostrato (lussureggiante->tanti fiori) ora abbiamo un mostrato-raccontato (sbuffare->stare per partire). Dato che la parte Mostrata è sempre la migliore, eliminiamo il stare per partire e descriviamo per bene gli sbuffi, e tutta la gente che accorre al treno per evitare di perderlo, sì?

 

Ah, inoltre, l' "accidentalmente".  A differenza di molta altra gente, vedo che tu non hai l'abitudine di usare intensivamente gli avverbi, bene, perché gli avverbi sono i figli del diavolo. Ogni cosa che fa un avverbio, la puoi fare tu semplicemente descrivendo. Qual è la differenza fra "gli cadde accidentalmente la lettera" e "mentre correva verso il treno, urtò una persona, e gli cadde la lettera dalla tasca"? Che la prima fa schifo, ma anche la seconda fa schifo, ma la seconda fa meno schifo (la seconda fa schifo perché l'ho mostrata seriamente male, ma è in fondo solo un esempio)

 

"Testamento di Susan Margarot - Da non aprire prima della sua morte".
A Giulian gelò il sangue. Rimase immobile e per qualche secondo non respirò nemmeno.
<Il treno Parigi-Wimille sta per partire dal binario 17!> avvertì il capostazione.
Giulian si accomodò al suo posto e si addormentò sul sedile.

 

Questa è una domanda personale: solo io non ci vedo nulla di terrificante in un cavolo di testamento? BOH. Ah, inoltre "gelò il sangue" è brutto, soprattutto se dopo c'è scritto "rimase immobile bla bla", solita sindrome del racconto->poi mostro.

Si accomodò al suo posto e si addormentò? Figa, ma quanti anni ha, 126? Come lo hai scritto ora, sembra che appena si sieda si addormenti. Le persone in viaggio non si addormentano di botto, pensano, guardano in giro, e soprattutto per qualcuno che ha appena scoperto un segreto (che segreto è? Boh.) ci si aspetta che pensi e rimungini.

 

...

 

Dimmi che mi stai prendendo per il culo, ti prego. SERIAMENTE HAI USATO I PUNTINI?

 

<Signore, per la cena possiamo servirle bistecche, purè di patate, insalata e zuppa. Lei cosa desidera?> chiese la cameriera del treno a Giulian, svegliandolo.
<No, grazie. Non prendo nulla. Ma siamo già arrivati?> domandò.
<No, siamo ancora a Camiers...> replicò la cameriera, prima di allontanarsi.
In quel momento il treno si sbilanciò verso sinistra: tutti i bagagli caddero dalle proprie postazioni. Il treno si inclinò ancora più verso sinistra, sino a ritrovarsi appoggiato di lato. Giulian, mentre il treno ruotava, spaccò il finestrino con la schiena e fu catapultato fuori; intanto il treno, uscito dai binari, scivolava rumorosamente nel precipizio. Quel gesto involontario gli salvò la vita.
 

"disse la cameriera del treno" è bruttissimo. Soprattutto perché non è un cavolo di aereo, le cameriere non girano per i vagoni passeggeri e soprattutto non svegliano i poveri cristi che tentano di dormire. Il vagone ristorante si chiama così per un motivo preciso. Inoltre la scena dell'incidente è una puttanata, la racconti troppo male, e in questo caso l'oggettività estrema del nrratore è un male. Fai un favore ai tuoi personaggi e usa un POV decente. Quel "involontario" è brutto, perché è un avverbio e come già detto se usi gli avverbi poi finisce che vai all'inferno.

<Signore, si sente bene?> chiese un'infermiera a Giulian.

 

ma che è 'sta abitudine di svegliare la gente a pene di segugio? E soprattutto, dove siamo? In ospedale? Vicino al luogo dell'incidente solo che è arrivata un'ambulanza? Se fosse un'ambulanza non dovrebbe essere una paramedica? Perché faccio tutte queste domande? per un motivo solo: questa parte fa schifo e non è descritta a sufficienza.

<Ma, ma il treno... che fine ha fatto?> chiese, confuso, senza rispondere alla donna.

 

Che fosse confuso si capiva. Non c'è nessun bisogno di usare questi brutti aggettivi inutili.

<Il treno ha deragliato ed è cascato in un burrone; lei è l'unico ritrovato vivo per ora, assieme ad altri due feriti gravi...> rispose, seria, l'infermiera.

 

All'anima del Patos. Inoltre "seria" è un aggettivo brutto che va a cena senza dolce. Descrivi l'infermiera! Com'è? Che faccia fa? pensa alle persone morte e piange, per esempio? MOSTRA, NON RACCONTARE

 

Giulian rimase senza parole.

 

Raccontato in vista, signor capitano! Mostra come Giulian fa una faccia sbalordita (questo non vuol dire che devi scrivere "Giulian fece una faccia sbalordita", non fare il furbo)

<Le fa male la schiena? Sembra sia l'unico punto in cui è ferito...> riprese.

 

Questa infermiera sembra proprio essersi meritata la sua laurea. Inoltre questa riga e quelle successive creano ancora più confusione...perché...

<Sanguino solo; non credo di essermi rotto nulla...> disse Giulian con un filo di voce.

 

Se sanguina ancora vuol dire che non sono in ospedale, vero? Vero. Ma perché, io, lettore, devo pensarci ed uscire dalla storia, quando il lavoro dello scrittore è farlo al posto mio? :c

 

Subito cercò di alzarsi e, anche se era leggermente instabile, riuscì a stare in piedi tenendosi alla ringhiera del letto.
<Dovrà rimanere qui per qualche giorno, dopodichè potrà anche andare, ma dovrà usare una stampella...> concluse l'infermiera.

 

E quindi sono in ospedale. Presumibilmente molte ore dopo l'incidente. E la ferita ancora sanguina e l'infermiera ancora non sa che diavolo si sia fatto il paziente. Molto intelligenti questi medici, spero per il mio bene di non incontrarli mai se voglio continuare a campare.

Inoltre come fai a dire "dovrà rimanere qui qualche giorno e poi se ne potrà andare" se non sanno neanche cosa diavolo si sia fatto di preciso?

Mentre era in ospedale, la polizia gli portò il suo bagaglio, recuperato fuori dal treno: tutto il contenuto era intatto, lettera inclusa.

 

Il treno è caduto in un BURRONE, facendo decine di vittime e ovviamente i bagagli non si sono fatti nulla. neanche un'ammaccatura. Sono bagagli forgiati con il metallo delle Miracle Blade 3.

 

Due giorni dopo, Giulian fu dimesso. Subito prese una carrozza per arrivare a Wimille. Da lì prese una barca per attraversare il mare ed arrivare in Inghilterra. Arrivato a Folkestone, dunque, prese di nuovo il treno e giunse finalmente a Londra. In stazione, una volta sceso sceso dal treno, tirò fuori un foglio dalla tasca della giacca in cui si era scritto l'indirizzo di Luke.

 

DUE GIORNI DOPO? SERIO? SRSLY? FUCKING KIDDING ME? Questo pezzo è brutto e mal descritto.

 

...

 

I PUNTINI, MIEI ACERRIMI NEMICI!

Giulian salì in carrozza.
<Mi porti a Via Gordon Rd> ordinò Giulian al cocchiere.
Una volta giunto a destinazione, lo pagò e si mise a cercare la casa col numero 13...

 

zzzzzzzzz....zzzzzz....oh, scusa, mi ero addormentato. Non c'è alcun bisogno di usare i puntini, è solo un modo pigro per non descrivere Giulian che davvero cerca la casa.

 

<Oh, eccola. E' davvero una bella villa...> pensò, appena individuata la casa.

 

" e' davvero una bella villa", ma per quanto ne so, potrebbe anche essere una villa fatta di sterco a e a Giulian piace perché è un coprofilo.

 

Giulian bussò e gli aprì un maggiordomo.

 

La fiera dei personaggi anonimi! yay!

<Salve, casa di Luke Proven, desidera?> domandò, molto gentilmente.

 

"gentilmente". Dato che io ho appena letto cosa gli ha detto, e dato che da nessuna parte c'era scritto che il maggiordomo ha insultato sua madre, di certo non può essere "non-gentilmente". Aggettivi brutti :c

<Salve, sono il maggiordomo di Susan Margarot, cugina di Luke.> rispose.

 

Seriamente, si presenta e non dice neanche il suo nome? E vuoi che il maggiordomo NON SAPPIA chi sia Susan Margarot? E' il suo lavoro.

<Prego, si accomodi> lo invitò gentilmente il maggiordomo, indicando l'enorme sala alla sua destra.

 

"Enorme" e magari è grande 2m^2. DESCRIVIII. Inoltre, alla destra di chi? Del maggiordomo o di Giulian? Inoltre, com'è l'interno? Boh.

<Prego si accomodi. Le vado a chiamare il Signor Luke: è in studio a lavorare ad un progetto...> aggiunse, poco prima di allontanarsi.

 

Signor Proven. Quando si parla formalmente non si usano i nomi.

Giulian si sedette su una sedia.

 

Seriamente, devi lavorare molto sulle descrizioni.

Nell'attesa, ne approfittò per dare un'occhiata alla stanza: al centro di essa c'era un grande tavolino in legno e sopra una tovaglia rossa con ornamenti color oro, i muri erano decorati da numerosi quadri di dipinti che riportavano alla pittura di Van Gogh e, sopra la sua testa, pendeva un enorme lampadario pieno di candele. Giulian sorrise: gli piaceva lo stile di quella sala.

 

OK, una descrizione, ma fatta molto male. Piuttosto che descrivere in modo generico, dovresti descrivere in modo più preciso. Per esempio, "da numerosi quadri di dipinti che riportavano alla pittura di Van Gogh" non solo ha poco senso, ma è proprio brutto da leggere.

 

In quel momento il maggiordomo scese le scale, seguito da un giovane, vestito elegantemente e dall'aria un po' stanca, che cercava di non far notare la stanchezza sorridendo.

 

"giovane" e "vecchio" sono due aggettivi fra i più brutti. Giovane quanto? Adolescente? Adulto? "dall'aria un po' stanca" è brutto, descrivi come cammina lentamente, mostra la sua mancanza di forze.

 

<Salve. Mi scusi per l'attesa, ma in questi giorni il lavoro non mi lascia proprio tregua> disse il giovane porgendo la mano a Giulian.
<Salve, sono qui per portarle una cosa da parte di sua cugina Susan> disse, dopo avergli stretto la mano.

 

E' inutile continuare ad usare "il giovane" se sia il lettore sia Giulian hanno capito che il tizio è Luke.

 

<Non abbiate fretta. Le andrebbe del thè?> domandò Luke.
<Grazie mille, accetto volentieri.> rispose sorridente.
<So' che qui in Inghilterra il thè è davvero ottimo...> aggiunse.

 

I tuoi dialoghi sono fin troppo frammentati. Non c'è bisogno di andare a capo dopo ogni battuta e di usare un "aggiunse" ogni singola volta. Puoi anche far seguire la battuta direttamente a "rispose sorridente".

Il giovane fece cenno con la mano al suo maggiordomo, che si avviò verso la cucina.

 

Seriamente, che lo chiami a fare "il giovane" se ormai è chiaro che è Luke Proven?

<Allora, mi dica... come stà Susan? E' da tempo che non ci vediamo...>

 

Come "sta" Susan, non "stà".

 

<La signora sta bene e le porta i suoi saluti> risposte Giulian, un po' più serio.

 

non c'è bisogno che mi ripeta su quel "un po' più serio"

 

Giulian notò una macchia di pittura con sfumature che andavano dal blu notte al blu elettro sulla manica della camicia del Signor Luke.

 

Ora come ora il POV non è più onnisciente  ma è completamente quello di Giulian. Pertanto verbi come "notò", "vide", "sentì" eccetera sono pleonastici ed inutili. Appena descrivi una cosa con un POV del genere, il lettore capisce subito che è entrata nella sfera sensoriale del personaggio. "con sfumature che andavano dal blu notte al blu elettro" è una delle cose più cretine che abbia mai letto. Dire che la macchia era blu scuro con striature più chiare non è un crimine.

<Stà lavorando ad un nuovo quadro, quindi... un dipinto con uno sfondo notturno, giusto?> chiese Giulian.

 

"Sta"

<Esatto. Da cosa l'ha intuito?> disse Luke stupito.

 

"Stupito" è un altro aggettivo bbbbbrutto. Come al solito, saprai che ormai devi descrivere le reazioni dei tuoi personaggi. Le persone non girano con dei cartelli al collo "IO SONO LUKE PROVEN E SONO STUPITO"

 

<Dalla macchia blu nella manica della sua camicia, Signor Luke...> rispose

 

Elmina quel rispose. E' ovvio chi sta parlando.

Luke sorrise. In quel momento arrivò il maggiordomo del pittore, portando un vassoio con due tazzine di thè.
Giulian ringraziò e ne bevve un primo sorso.
<James, prepari la stanza degli ospiti per ospitare qui il Signore stasera> disse Luke al suo maggiordomo.
<Certamente, Sir> concluse egli.

 

"concluse egli" è atroce. Il lettore capisce subito che a rispondere è il maggiordomo, pertanto è anche inutile.

E come al solito la tua scrittura è molto frammentata, soprattutto perché è per la maggior parte composta da dialoghi. 

 

Il maggiordomo, quindi, si girò e tornò al piano di sopra.

 

Si girò e tornò al piano di sopra? Non usa le scale? PUO' LEVITARE? OMG.

<Grazie mille, ma non mi fermerò a lungo; ripartirò domani mattina: non vorrei essere di disturbo...> disse Giulian gentilmente, mentre beveva un altro sorso di thè.

 

"gentlimente". Non solo  è brutto, ma non ha senso che dica una cosa del genere "gentilmente". Gli avverbi sono malvagi!

Inoltre non può parlare mentre beve il tè, al massimo può parlare e dopo bere il tè.

<Non si preoccupi, lei non è di disturbo, anzi, vorrei chiederle un'opinione sul quadro a cui sto lavorando...> disse Luke.
<Un buon pittore non dovrebbe mai mostrare a nessuno un quadro non terminato!> disse Giulian.

 

Questa cosa che ha detto Giulian è un'idiozia bella e buona.

<Giusto, lei ha pienamente ragione. Mi permetta, almeno, di farle vedere la mia galleria di dipinti> risposte Luke.
<Sarebbe un vero onore per me> risposte Giulian, sorridente.
Così Luke si alzò e portò Giulian nella stanza dove teneva i quadri.

 

devi descrivere...MOSTRARE!

<Davvero stupendi...> disse Giulian, dopo aver osservato attentamente ogni singolo dipinto.

 

Che bello, li hai fatti vedere a Giulian e non al lettore. No, non è un bene.

Arrivò il maggiordomo ed annunciò che era pronta la cena.
...

 

I PUNTINI BWAHAHAHAHAHAHAHAHAHARGH.

<Tutto davvero buonissimo> si complimentò Giulian a cena finita.

 

"tutto buonissimo." PEccato che non sappiamo cosa ha mangiato. potrebbero avergli servito sterco, e lui lo ha apprezzato perché come ormai tutti sanno Giulian è un rinomato coprofilo.

<Scusate, ma ora dovrei andare a riposarmi; il viaggio è stato molto lungo e sono stanco> aggiunse, alzandosi da tavola.
<James, accompagni Giulian nella stanza degli ospiti> ordinò Luke al maggiordomo.
Giulian fu accompagnato da James in una stanza enorme, bellissima, anch'essa con tanti bei quadri alle pareti, due letti, un grande tavolo con al centro un vaso di

fiori profumati ed un lampadario di cristallo su cui vi erano tante candele accese.

 

Questa descrizione è seriamente quella più brutta di tutto il capitolo. Evita di usare espressioni come "bellissima", "sontuosa", "grande", ma MOSTRA queste qualità. Fai vedere che ci entrano 8 liberie a 10 metri se vuoi far vedere che è grande, mostra come tutto sia adornato da seta per far vedere che è bella. Fai ciò parzialmente già nella seconda parte, non c'è senso nel non farlo anche nella prima parte della descrizione stessa.

 

<Grazie tante> disse Giulian al maggiordomo sempre gentile e disponibile.
Quella sera Giulian dormì molto bene...

 

"quella sera giulian dormì molto bene...ho riso quando ho letto sta riga. Seriamente. E' demente e pigra. Come al solito, devi mostrare. :3

 

La mattina seguente Giulian, appena si svegliò, cominciò a prepararsi per ripartire.
Mentre faceva le valige sentì bussare alla porta della sua stanza.
Lasciò stare per un attimo le valige ed andò ad aprire.

 

Di certo non si porta le valigie aperte dietro per aprire la porta.

<Buongiorno. Mi scusi, volevo solo chiederle cosa desidera per colazione> disse James, mentre notò dietro di Giulian le valige aperte sul letto.

 

"mentre notò" è brutto. 

<Non si scomodi a prepararmi nulla, partirò stamane subito dopo aver dato a Luke ciò per cui sono quì> disse Giulian, il quale non voleva assolutamente essere di disturbo.

 

"Il quale non voleva essere assolutamente di disturbo" è un'opinione dello scrittore e quindi, come ben sappiamo, va eliminata.

<Beh, il Signor Luke è al piano di sotto nella sala da pranzo che l'attende> aggiunse James.

Così Giulian finì di sistemare le ultime cose e si recò in sala da pranzo.

Una volta finita la colazione, Giulian tirò fuori dalla giacca la lettera.

 

La mancanza di descrizioni mi sta seriamente uccidendo.

<Ecco ciò per cui sua cugina mi ha mandato qui da lei...> disse porgendo al giovane quella che, apparentemente, sembrava una semplicissima lettera.
<Per quale motivo Susan mi ha voluto scrivere una lettera?> chiese.
<Non è una lettera...> lo corresse Giulian.

<Legga sul retro> aggiunse.

 

Questo "legga sul retro" lo puoi mettere benissimo dopo "lo corresse Giulian" senza bisogno di sprecare un'altra riga per QUATTRO. DANNATE. PAROLE.

<Oh, mi scusi per quanto ho detto adesso. Non avevo capito che si trattasse di questo tipo di lettera...> disse con un tono più lieve Luke, dopo aver letto quelle poche parole di tanto significato.

 

Questa riga è proprio cretina. Seriamente.

<Ora devo proprio andare.> annunciò Giulian alzandosi.
<Le ho fatto chiamare una carrozza: è qui fuori.> aggiunse il maggiordomo gentilmente.

 

Giulian prima dice che se ne deve andare e poi gli viene detto che è arrivata la carrozza? E' ovviamente più sensato il contrario.

Così Giulian prese le valige e, accompagnato dal maggiordomo, uscì.
<La ringrazio per l'ospitalità> disse Giulian a Luke.

 

Giulian è fuori, mentre Luke è ancora dentro, dato che da nessuna parte c'è scritto che si è mosso dal suo posto a tavola. Come fanno a parlarsi? :D

<Grazie a lei per esserci venuto a trovare. Torni quando vuole e mandi i miei saluti a Susan> disse Luke.
<Luke, le devo fare i complimenti per il suo maggiordomo. Io ormai da molti anni lavoro come maggiordomo della Signora Susan e conosco molta gente che fa questo lavoro... James è uno dei migliori che io abbia mai visto> si complimentò Giulian.
<Grazie mille. Ha molta importanza per me sentirmi dire questo da un maggiordomo attivo come lei!> ringraziò Luke sorridente.
Giulian salì sulla carrozza, arrivò alla stazione e prese il primo treno in partenza.[/spoiler]

PS: [spoiler]Se trovate errori, avete consigli o critiche potete ovviamente scrivermi nei commenti :pwnd:[/spoiler]

Se vi è un minimo piaciuta e volete spingermi a continuarla (anche se non so se pubblicherò qui i prossimi capitoli), mettete +1
Un 'Mi Piace' fa sempre piacere :3

 

 

La parte sull'incidente è cretina e assolutamente inutile, dato che alla fine Giulian non cambia comportamento e\o non ci sono ripercussioni.

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Susan si sedette su di una sedia, stringendo tra le mani della carta da lettere e tenendo gli occhi socchiusi. Prese la stilografica dal tavolo, la intinse di quel sangue nero chiamato inchiostro ed iniziò a scrivere. Appena finito lasciò cadere la penna nella boccetta d'inchiostro e, una volta piegato il foglio, lo imbustò. Infine riprese la stilografica per scrivere sul retro della lettera.
"Testamento di Susan Margarot - Da non aprire prima della sua morte"
<Giulian> chiamò l'anziana signora.
Arrivò un uomo alto, magro, con qualche capello grigio in testa, vestito da maggiordomo.
<Porti questa lettera a mio cugino di Londra Luke!> esclamò.
<D'accordo, Madame. Vuole che vada io di persona a consegnarla?> domandò gentilmente.
<Esattamente, e deve partire il più presto possibile...> risposte Susan.
<Certamente, Madame. Partirò questa sera stessa> concluse Giulian.

In queste righe di introduzione capisco già almeno metà della storia , non puoi iniziare un libro subito senza un'ambientazione , insomma .... sappiamo solo dell'esistenza dell'anziana , del maggiordomo e del cugino che abita a Londra ; ma lei ? dove vive , perché è sola ecc. ecc. , oppure se vuoi iniziare il libro da un punto critico e spiegare tutta la storia partendo da qualche giorno prima hai dato troppi discorsi e informazioni ....... Per quanto riguarda il testo mi sembra un po .... spoglio , poco descrittivo della situazione e la frase :"la intinse di quel sangue nero chiamato inchiostro" è ....... no sense ..... non è adatta per lo stile che stai usando

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Io ho solo una piccola cosa da dire:

Perché Giulian chiama Luke Proven soltanto con il nome? Non mi pare che sia un suo amico, quindi credo che sarebbe giusto fargli dire "Signor Proven" :sisi:.

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La parte sull'incidente è cretina e assolutamente inutile, dato che alla fine Giulian non cambia comportamento e\o non ci sono ripercussioni.

Condivido tutto quello che hai scritto, però il narratore onnisciente a me piace, poi naturalmente sono punti di vista.

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Metti via penna e calamaio e torna a giocare a cod


Madó, che simpatico. Prima di venire qui ad insultare gli utenti prova a scriverlo tu, un libro.

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