Galleria D'arte Della Mamma :3

[ciuccio2000 3163]

Sig.ra Mamma, voglio comunicarle un errore di battitura nel post. La terza opera raffigura chiaramente un vulcano in eruzione, mentre la descrizione afferma la presenza di un "paesaggio marino".

Detto ció, passo a commentare l'ultimo ritratto, la cui profondità ha scavato un solco nella mia anima, che difficilmente si richiuderà nel tempo.

Il quadro, a primo impatto, sembra raffigurare una qualsiasi partita di calcio: giovani ragazzi che si divertono e trascorrono il tempo assieme all'aria aperta. Ma è davvero così?
Il dipinto nasconde in realtà una profonda, profondissima metafora: la conoscenza di noi stessi.
Osserviamo attentamente la scena: il campo da gioco non è situato in una città, ne in una campagna: esso fluttua in un immenso vuoto, bianco e luminoso, senza ostacoli o punti di riferimento. Questa sensazione di... "Stasi", di distacco dalla realtà, ci porta a pensare che la partita non si sta svolgendo su un reale campo sportivo, bensì dentro ognuno di noi: la candida sensazione che ci trasmette quel bianco accecante riflette infatti la purezza, che solo il nostro Io più profondo puó possedere in tale quantità.
Analizziamo l'azione: la palla è posseduta da un giocatore forte, atletico, sicuro di sè. La "palla" è il nostro conscio, e chi la detiene è colui che determina le nostre decisioni nelle vita.
Ma... Quante parti di noi stiamo sopprimendo, schiacciate e segregate nei meandri della nostra mente? Un'infinità. Ed il pittore ce ne illustra tra esempi.
Una figura minuta, smilza ed apparentemente priva di forze simboleggia un carattere chiuso, timido, fragile. Una natura debole, che preferiamo chiudere dentro di noi.
Un altro ragazzo sta invece gridando, in preda alla furia: rappresenta infatti la creatura dentro di noi, irascibile e senza controllo, che ci spinge a litigare con i nostri amici più cari anche per i motivi più futili.
Notiamo infine un fanciullo terribilmente allungato, quasi deforme: un chiaro riferimento alla nostra costante mutazione, interna ed esterna, che a volte è così rapida ed inaspettata che ci fa quasi sentire dei mostri.
Per fortuna, anche nei momenti più difficili, una figura paterna o materna ci è sempre accanto: ecco quindi un sole rassicurante, che illumina e riscalda indistintamente tutte le parti che ci compongono.
Cosa dire del "Ciao, Ian"? Beh, un omaggio da parte del pittore nei confronti di Ian (forse ispiratore del dipinto?), il quale ha lasciato, per l'appunto, una Firma nel cuore dell'autore.

Ringrazio cordialmente la Sig.ra Mamma per averci mostrato i suoi capolavori: grazie ad essi sono stato capace di guardarmi dentro e di scoprire molti lati nascosti di me. Grazie ancora.

[La mamma iper protettiva™ 428]

Sig.ra Mamma, voglio comunicarle un errore di battitura nel post. La terza opera raffigura chiaramente un vulcano in eruzione, mentre la descrizione afferma la presenza di un "paesaggio marino".

Detto ció, passo a commentare l'ultimo ritratto, la cui profondità ha scavato un solco nella mia anima, che difficilmente si richiuderà nel tempo.

Il quadro, a primo impatto, sembra raffigurare una qualsiasi partita di calcio: giovani ragazzi che si divertono e trascorrono il tempo assieme all'aria aperta. Ma è davvero così?
Il dipinto nasconde in realtà una profonda, profondissima metafora: la conoscenza di noi stessi.
Osserviamo attentamente la scena: il campo da gioco non è situato in una città, ne in una campagna: esso fluttua in un immenso vuoto, bianco e luminoso, senza ostacoli o punti di riferimento. Questa sensazione di... "Stasi", di distacco dalla realtà, ci porta a pensare che la partita non si sta svolgendo su un reale campo sportivo, bensì dentro ognuno di noi: la candida sensazione che ci trasmette quel bianco accecante riflette infatti la purezza, che solo il nostro Io più profondo puó possedere in tale quantità.
Analizziamo l'azione: la palla è posseduta da un giocatore forte, atletico, sicuro di sè. La "palla" è il nostro conscio, e chi la detiene è colui che determina le nostre decisioni nelle vita.
Ma... Quante parti di noi stiamo sopprimendo, schiacciate e segregate nei meandri della nostra mente? Un'infinità. Ed il pittore ce ne illustra tra esempi.
Una figura minuta, smilza ed apparentemente priva di forze simboleggia un carattere chiuso, timido, fragile. Una natura debole, che preferiamo chiudere dentro di noi.
Un altro ragazzo sta invece gridando, in preda alla furia: rappresenta infatti la creatura dentro di noi, irascibile e senza controllo, che ci spinge a litigare con i nostri amici più cari anche per i motivi più futili.
Notiamo infine un fanciullo terribilmente allungato, quasi deforme: un chiaro riferimento alla nostra costante mutazione, interna ed esterna, che a volte è così rapida ed inaspettata che ci fa quasi sentire dei mostri.
Per fortuna, anche nei momenti più difficili, una figura paterna o materna ci è sempre accanto: ecco quindi un sole rassicurante, che illumina e riscalda indistintamente tutte le parti che ci compongono.
Cosa dire del "Ciao, Ian"? Beh, un omaggio da parte del pittore nei confronti di Ian (forse ispiratore del dipinto?), il quale ha lasciato, per l'appunto, una Firma nel cuore dell'autore.

Ringrazio cordialmente la Sig.ra Mamma per averci mostrato i suoi capolavori: grazie ad essi sono stato capace di guardarmi dentro e di scoprire molti lati nascosti di me. Grazie ancora.

Sig. Ciuccio,la terza opera può essere vista in diversi modi.Io ho riportato il modo di vederla più comune.

 

Cambiando discorso sono le persone come lei che mi spingono a dipingere,vedo che riesce a capire le mie opere come fossero un libro aperto e questo mi fa molto piacere.

 

 

EDIT:Ecco un nuovo capolavoro

 

[sabbath83 2100]

questo disegno può sembrare anche un pò ambiguo :asd:

[Ospite]

Posso mettere anche un mio attacco d'arte?
Scusate non ho letto la data delle'ultimo post!! Scusate!!