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alexapple

Latino

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Feschio due mesi fa: "Ey, 'sto maledetto quod ha troppe funzioni".

catullo non ne usa tanti

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Perdonami, qual è il nesso del tuo messaggio con il topic?

Chi dice che il latino non gli piace, chi dice che non serve a niente. All'itis non si fa

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Ospite

Chi dice che il latino non gli piace, chi dice che non serve a niente. All'itis non si fa

 

Neppure a scienze applicate, ma io non l'ho detto  :asd:

 

E' un topic solo per chi fa il latino.

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Propongo un argomento di discussione: come preferite tradurre le proposizioni narrative? 

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Ospite

Ho studiato tutto il giorno Latino.

Domani ho interrogazione su opere di Plauto e versione di Cesare, mentre venerdì ho verifica, versione più analisi logica italiana e grammaticale latina

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tie, traducete questa versione che feci durante la secondo prova degli esami dell' anno scorso

Sed nunc genera ipsa lectionum, quae praecipue convenire intendentibus ut oratores fiant existimem, persequor. 120 XLVI. 121 Igitur, ut Aratus ab Iove incipiendum putat, ita nos rite coepturi ab Homero videmur. 122 Hic enim, quem ad modum ex Oceano dicit ipse amnium fontiumque cursus initium capere, omnibus eloquentiae partibus exemplum et ortum dedit. 123 hunc nemo in magnis rebus sublimitate, in parvis proprietate superaverit. 124 Idem laetus ac pressus, iucundus et gravis, tum copia tum brevitate mirabilis, nec poetica modo sed oratoria virtute eminentissimus. 125 XLVII. 126 Nam ut de laudibus exhortationibus consolationibus taceam, nonne vel nonus liber, quo missa ad Achillem legatio continetur, vel in primo inter duces illa contentio vel dictae in secundo sententiae omnis litium atque consiliorum explicant artes? XLVIII. 127 Adfectus quidem vel illos mites vel hos concitatos nemo erit tam indoctus qui non in sua potestate hunc auctorem habuisse fateatur. 128 Age vero, non utriusque operis ingressu in paucissimis versibus legem prohoemiorum non dico servavit, sed constituit? Nam et benivolum auditorem invocatione dearum quas praesidere vatibus creditum est et intentum proposita rerum magnitudine et docilem summa celeriter comprensa facit. 129 XLIX. 130 Narrare vero quis brevius quam qui mortem nuntiat Patrocli, quis significantius potest quam qui curetum Aetolorumque proelium exponit?

non usate internet o vi stupro

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Ospite

Ma secondo voi devo ripassare qualcosa il giorno prima di una versione?

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Propongo un argomento di discussione: come preferite tradurre le proposizioni narrative? 

;)

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Problemone:come faccio a capire come tradurre il tempo del costrutto all'accusativo?

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Ospite

Problemone:come faccio a capire come tradurre il tempo del costrutto all'accusativo?

Leggendo i vostri commenti mi rendo conto delle mie lacune

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Problemone:come faccio a capire come tradurre il tempo del costrutto all'accusativo?

 

Ah? Spiegati meglio :asd:


Leggendo i vostri commenti mi rendo conto delle mie lacune

 

A questo punto anche io delle mie :perp:

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Ah? Spiegati meglio :asd:

 *Le proposizioni infinitive (la mia prof le chiama in modo diverso)

La cosa che non so è come tradurre il giusto rapporto temporale (anteriorità,contemporaneità,posteriorità) tra la proposizione infinitiva e la reggente

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 *Le proposizioni infinitive (la mia prof le chiama in modo diverso)

La cosa che non so è come tradurre il giusto rapporto temporale (anteriorità,contemporaneità,posteriorità) tra la proposizione infinitiva e la reggente

 

I tempi dell'infinito, nelle proposizioni infinitive, sono tempi relativi, ossia si traducono in base al tempo della reggente, che può essere un tempo principale (presente, futuro semplice e anteriore) o storico (imperfetto, perfetto, piuccheperfetto, presente storico).

 

L'infinito presente indica contemporaneità rispetto alla reggente.

Dico te esse bonum. Dico che tu sei buono.

Dicebam te esse bonum. Dicevo che tu eri buono.

Per cui, se trovi un infinito presente in dipendenza da un tempo principale, lo traduci con un presente, se lo trovi in dipendenza da un tempo storico, con un imperfetto.

 

L'infinito perfetto indica anteriorità rispetto alla reggente.

Dico te scelus fecisse. Dico che tu hai commesso una cattiva azione.

Dicebam te scelus fecisse. Dicevo che tu avevi commesso una cattiva azione.

Se trovi un infinito perfetto in dipendenza da un tempo principale, lo traduci con un passato prossimo, se lo trovi in dipendenza da un tempo storico, con un trapassato prossimo.

 

L'infinito futuro indica posteriorità rispetto alla reggente.

Dico te malum esurum esse. Dico che tu mangerai una mela.

Dicebam te malum esurum esse. Dicevo che tu avresti mangiato una mela.

Se trovi un infinito futuro in dipendenza da un tempo principale, lo traduci con un futuro semplice, se lo trovi in dipendenza da un tempo storico, con un condizionale passato.

 

Per quanto riguarda la contemporaneità e la posteriorità, ricorda anche che verbi indicanti opinione (existimo, puto, credo) vogliono il congiuntivo in italiano. 

L'infinito perfetto può essere tradotto anche con un passato remoto, specie se è retto da verba narrandi presenti:

Ferunt Caesarem a Bruto interfectum esse. 

Tramandano che Cesare fu ucciso da Bruto. Ma anche: Tramandano che Cesare sia stato ucciso da Bruto, usando il congiuntivo passato, per indicare qualcosa di non certo o comunque frutto di una credenza od opinione.

 

Sentiti libero di chiedere se non ti è chiaro qualcosa, le infinitive sono un argomento fondamentale :asd:

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I tempi dell'infinito, nelle proposizioni infinitive, sono tempi relativi, ossia si traducono in base al tempo della reggente, che può essere un tempo principale (presente, futuro semplice e anteriore) o storico (imperfetto, perfetto, piuccheperfetto, presente storico).

 

L'infinito presente indica contemporaneità rispetto alla reggente.

Dico te esse bonum. Dico che tu sei buono.

Dicebam te esse bonum. Dicevo che tu eri bonum.

Per cui, se trovi un infinito presente in dipendenza da un tempo principale, lo traduci con un presente, se lo trovi in dipendenza da un tempo storico, con un imperfetto.

 

L'infinito perfetto indica anteriorità rispetto alla reggente.

Dico te scelus fecisse. Dico che tu hai commesso una cattiva azione.

Dicebam te scelus fecisse. Dicevo che tu avevi commesso una cattiva azione.

Se trovi un infinito perfetto in dipendenza da un tempo principale, lo traduci con un passato prossimo, se lo trovi in dipendenza da un tempo storico, con un trapassato prossimo.

 

L'infinito futuro indica posteriorità rispetto alla reggente.

Dico te malum esurum esse. Dico che tu mangerai una mela.

Dicebam te malum esurum esse. Dicevo che tu avresti mangiato una mela.

Se trovi un infinito futuro in dipendenza da un tempo principale, lo traduci con un futuro semplice, se lo trovi in dipendenza da un tempo storico, con un condizionale passato.

 

Per quanto riguarda la contemporaneità e la posteriorità, ricorda anche che verbi indicanti opinione (existimo, puto, credo) vogliono il congiuntivo in italiano. 

L'infinito perfetto può essere tradotto anche con un passato remoto, specie se è retto da verba narrandi presenti:

Ferunt Caesarem a Bruto interfectum esse. 

Tramandano che Cesare fu ucciso da Bruto. Ma anche: Tramandano che Cesare sia stato ucciso da Bruto, usando il congiuntivo passato, per indicare qualcosa di non certo o comunque frutto di una credenza od opinione.

 

Sentiti libero di chiedere se non ti è chiaro qualcosa, le infinitive sono un argomento fondamentale :asd:

Stima  :fiore:

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Stima  :fiore:

 

Figurati, pensa che neanche a me era stata spiegata la traduzione, ho dovuto studiarla da solo dal libro :perp:

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