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Vinter

[Niente Più Eroi]Capitolo 2 - Fuoco

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Finalmente ho ricopiato anche il secondo capitolo... Finalmente qualcosa di interessante (?) succede. Posso dire che la storia vera e propria con azione e cose varie comincerà dal terzo capitolo.

 

Come sempre potete usare Drive per leggere. Qua potete trovare il primo capitolo.

 

24crxu9.gif[SPOILER]CAPITOLO 2 - Fuoco

Leena aveva perduto entrambi i genitori mentre era ancora piccola. Sua madre si era ammalata gravemente dopo il parto ed era morta un anno dopo. Suo padre riuscì a mantenerla per altri cinque anni e quello fu un periodo relativamente delice per lei: anche se suo padre non era quasi mai in casa, almeno lei non doveva preoccuparsi del cibo. Poi tutto cambiò per colpa della Guerra Rossa. Quasi metà di tutta la popolazione di Rhados venne obbligata ad ingrossare le fila dell’ esercito reale.  Suo papà durò quasi sei mesi. Dopo altri due la guerra contro i Freyjavi era finita.

Leena non si alzo dal letto per giorni quando le arrivò quella fatitica lettera con tanto di ceralacca e siglillo reale. La aspettava ormai da tempo, era consapevole che i popoli nordici erano molto forti e solo pochi uomini sarebbero tornati a casa dalle proprie famiglie, ma per lei fu comunque un duro colpo. Passata una settimana vennero i servi blu del lord a requisirle la casa che di fatto ora apparteneva al tesoro reale. Le persone morivano e il re si arrichiva.

Confusa e spaesata Leena si era ritrovata improvvisamente senza cibo, senza casa, senza un posto dove andare e sopratutto senza più alcun genitore. La ragazza cercò di vivere in strada per un po di tempo, ma senza cibo ogni giorno si rivelava più difficile del precedente e fu costretta a rubare. All’ inizio sembrava andare tutto bene... Era abile con le mani e riusciva quasi sempre a rimediare qualcosa da mangiare. Un giorno riusci persino a rubare un piccolo tacchino.  La sera stessa andò a dormire finalmente sazia. Ma si sà... Le cose quasi mai vanno come dovrebbero. Un giorno infatti, un mercante più furbo o forse più fortunato degli altri la colse in flagrante mentre cercava di rubare da una bancarella adiacente alla sua.

Ma il commerciante aveva un cuore gentile: si limitò ad una ramanzina relativamente breve. Nel volerla spedire a casa il mendicante però venne a conoscenza del fatto che Leena aveva perso entrambi i genitori e quindi spinto dal suo animo gentile si propose di assumerla come garzone personale. Leena accettò immediatamente tutta entusiasta. Adesso Leena era quasi una donna fatta, ma la gratituine verso Rodrek non si era ancora estinta.

Mentre la ragazza correva però, non riusciva a pensare ad altro se non alla conversazione sentita poco prima. “Chissa di quale ragazza stavano parlando, ma sopratutto chi erano quei due e cosa ci facevano nelle fogne cittadine?” Troppe domande le riempivano la mente, troppe domande senza una risposta.

Finalmente arrivò davanti alla casa di Rodrek. Aveva quasi paura a bussare, ma confidava nella buona fede del maestro.

Il tempo che Rodrek ci mise ad aprire la porta le sembrò un eternità

<<Eccoti, ragazzina. Finalmente ti sei degnata a venire>> disse l’ uomo mentre apriva la porta. Era visibilmente arrabbiato <<Ma ti rendi conto di che ore sono?! A volte anche io mi preoccupo sai?>>

<<M- Mi.. Dispiace... Davvero... Ma maestro, vede... È successa una cosa incredibile mentre venivo da lei>>

<<Ah, si? Davvero?>> Rodrek si appoggiò sulla porta <<Quale scusa hai intenzione di rifilarmi questa volta?>>

<<Le assicuro che non è una scusa maestro>> Leena si tolse una ciocca di capelli dalla faccia <<Ero andata al fiume a lavarmi per rendermi almeno leggermente presentabile per poi venire da lei e proprio mentre stavo tornando da lei ho sentito delle voci provenire da sotto la strada, o meglio, da un tombino>> la ragazza era molto agitata <<Ecco, parlavano di un rapimento e poi... e poi.. di un incendio. Una delle voci era roca e avevano anche citato la guardia cittadina. Volevano rapire una ragazza! E tutto questo entro domani sera!>>

<<Senti>> Rodrek le passò una mano tra i capelli <<Ignorerò il fatto che tu ti sia addormentata sul fiume al posto di venire da me, ma per favore... Evita di inventarti scuse ridicole. Va bene ragazzina? Ed ora...>> il maestrò si scostò dalla porta <<Hai intenzione di entrare?>>

“Non mi ha creduto... Non ci ha provato nemmeno ad interessarsi a quello che stavo dicendo. E assurdo!” ma tutto questo Leena lo pensò soltanto e disse un’ altra cosa <<Certo maestro, molto probabilmente devo avere sognato il tutto. Mi perdoni ancora>> e varcò la soglia della casa.

Dentro di se la ragazza stava per mettersi a piangere. Se non le aveva creduto nemmeno la persona che le stava a cuore chi altro l’ avrebbe fatto?

La casa di Rodrek era molto più spaziosa rispetto a quella di Leena. C’erano due piani collegati tra loro da una scala a chiocciola che si trovava nella parte nord della casa. Al primo piano c’erano la cucina ed un piccolo salone con un tavolo e quattro sedie. Nel salone erano presenti inoltre due armadi con una moltitudine di oggetti dentro tra cui piatti, vestiti, attrezzi per la conciatura della pelle e molto altro. Molti cesti pieni di vestiti, molto porobabilmente sporchi, erano sparsi per la casa. Il secondo piano invece era il regno privato del mercante. Li si trovavano il suo laboratorio di fabbricazione dei tessuti e la sua stanza da letto. A Leena non era permesso salirci.

Quando la ragazzina entrò in casa, Rodrek si trovava già in cucina.

<<Vieni, siediti al tavolo. Per cena oggi abbiamo stufato di rape. Va bene?>>

<<Certo Rodrek>>

Leena sapeva che non era il caso di obbiettare, anche perchè non avrebbe avuto nient’ altro. Inoltre mangiare carne tutti i giorni era un lusso che Rodrek non si sarebbe potuto permettere. Era un mercante ricco, ma non fino a questo punto.

Si sedette al tavolo e ne aprofittò per guardarsi attorno per vedere se il suo maestro avesse ordinato la casa. Come al solito nulla era cambiato. Il cesto con la biancheria sporca era ancora rovesciato nell’ angolo. Ora però sembravano esserci ancora più vestiti. Nemmeno l’ odore della conciatura se n’era andato, segno del fatto che Rodrek non aprisse le finestre da giorni, ma Leena ci era ormai abituata.

Ad interrompere i suoi pensieri fu Rodrek con il cibo.

<Eccoti la cena. Mangiamo ora>> disse <<Anche se non dovrei darti nulla per come ti sei comportata oggi, ragazzina>>

<<Ma, maestro...>>

<<Niente ma>> La interruppe immediatamente lui <<Ne ho abbastanza delle tue sciocche storie, e ho già detto che ti ho perdonato. Parliamo piuttosto delle mansioni che dovrai compiere per me domani>>

Leena vide che sarebbe stato inutile discutere con lui.

<<Certo maestro, mi dica pure cosa vuole che io faccia>>

<<Nulla di troppo compicato. Domani mattina per affari personali non sarò presente al mercato, ma il liquido ammorbidente è quasi finito quindi dovrai recarti da Velon a comprare qualche Fiore di Ra alla sua bancarella>> Rodrek accavallò le gambe <<E dopo dovrai passare da Maestro Belor a consegnargli un pacchetto che ti darò. Capito tutto?>>

<<Si, maestro. Fiori di Ra e pacchetto per Maestro Belor. Verrà fatto>>

<<Bene... Non ti do una casa e cibo  tutti i giorni per vederti oziare. Eccoti i soldi>> Rodrek mise sul tavolo un sacchetto di pelle contenente monete <<Il pacchetto te lo darò domani quando mi porterai i fiori. E ora finisci di mangiare e và a dormire che domani hai impegni da portare a termine.>>

Leena non rispose nemmeno sapendo che era superfluo. Non si preoccupò più di tanto nemmeno della piccola ramanzina. Ormai lei considerava Rodrek quasi come un padre e sapeva che aveva un cuore d’ oro. Non le avrebbe mai fatto del male e domani si sarebbe già dimenticato di tutto.

Leena finì le sue rape in fretta, si alzò dal tavolo ringraziando il maestro e andò alla porta ad infilarsi le scarpe. Stava già per uscire quando Rodrek le fece un ultimo appunto

<<In quella sacca ci sono 50 monete di rame. Prendimi quattro fiori ed il resto è tuo. Non dimenticarti nulla, mi raccomando>>

<<Non si preoccupi, non la deluderò>>

Leena aprì la porta e corse via nella tiepida aria primaverile.

Solo quando tornò a casa si accorse di quanto fosse stanca. Era stata una giornata intensa  e poi c’era quella orribile sensazione nell’ aria.. Domani sarebbe successo qualcosa e Leena ne era certa. La ragazza si sdraiò sul materasso e chiuse immediatamente gli occhi. Era troppo stanca anche per compiere pensieri articolati quindi si addormentò addirittura senza spogliarsi.

Quando aprì gli occhi il sole era già alto nel cielo. Era di nuovo in ritardo. L’ unica cosa positiva era che aveva i vestiti già addosso quindi quello era già un problema in meno. Non si sistemò nemmeno i capelli e l’ unica cosa che fece fu prendere una mela dal cesto sul tavolo. Leena uscì di casa mentre stava ancora mangiando.

Era il diciottesimo giorno di Beltanè e le strade già brulicavano di persone che si stavano preparando alla Grande Fiera che si sarebbe tenuta non prima di trenta giorni. Mentre correva verso il mercato Leena rischiò di far cadere tre persone e fece quasi cadere una bancarella, ma riuscì ad arrivare a destinazione quasi senza incidenti. L’ erborista era esattamente al centro della piazza e quando Leena lo raggiunse questo stava già smontando la bancarella.

<<Aspetti, la prego...>> Leena non si era ancora ripresa del tutto dalla corsa quindi le usci solamente un rantolo soffocato dalla bocca <<Aspetti... Mi serve... Un fiore. Un Fiore di Ra>>

<<Leena, cara mia... Sarà la decima volta in questo ciclo lunare che arrivi in ritardo. Io starei già andando via>>

<<La prego.. La supplico>> Leena lo squadrò con una faccia implorante. L’ erborista era un uomo minuto, con dei capelli canuti e una piccola faccia da roditore. Persino quei piccoli occhiali che indossava sembravano troppo grandi per lui.

<<Ah, lo sai che non posso dire di no ad una dolce creatura come te>> L’ uomo si girò verso il carro ed iniziò a cercare i fiori tra le montagne di casse e barattoli con cui si ritrovava.

<<Quanti avevi detto che te ne servivano?>>

<<Quattro, grazie>>

Mentre aspettava, Leena alzò lo sguardo al cielo e il tempo sembrò fermarsi. Tutti i suoni improvvisamente cessarono di esistere. La ragazza sentiva che qualcosa non andava. Un serie di ombre passarono in un vicolo e poi una serie di eventi accadde quasi in sincronia. Uno stormo di corvi molto più grande del normale si levò nel cielo ed un incessante gracchiare di quegli animali ruppe il silenzio creatosi poco prima. Erano troppi, almeno duecento.

 Poco più a sud invece si levò un altro stormo, o meglio. Quello era quello che Leena pensò fosse. Invece era troppo compatto, troppo nero e troppo uniforme per essere uno sciame di pennuti. Era... Fumo! Qualcosa stava andando a fuoco! E a giudicare dalle dimensioni della colonna era qualcosa di molto grande.  In contemporanea altre tre pennacchi di fumo si levarono in punti diversi della città. Ormai il cielo era oscurato da quel miasma nero.

Poi una donna entrò piangendo nella piazza. Riuscì a fare qualche passo prima di cadere stremata per terra e tutti capirono il suo problema. Un buco grande quasi quanto un pugno le squarciava la schiena.

Alcuni uomini si gettarono subito ad aiutarla, ma persino Leena capì che non ci sarebbe stato nulla da fare. Il buco era troppo grande persino per essere curato con l’ ausilio della Crema dei mille fiori e ormai tutto il sangue proveniente da quel corpo in fin di vita aveva inzuppato tutto il selciato creando una pozzanghera ampia quasi un piede e mezzo.

Leena non riuscia a capire cosa stesse succedendo, ma era certa che fosse successo proprio quello di cui lei aveva paura. Il piano misterioso era cominciato.[/SPOILER]

 

Spero gradiate ^^ 

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Scorrevole e interessante.
L'unico problema a mio parere è che è tutto TROPPO anonimo. Non c'è uno stile vero e proprio, non vedo sentimento. Sarà che è appena il secondo capitolo ma Leena sembra fatta un pò troppo di cartapesta. Btw dialoghi buoni.
Attendo il seguito
Hoevitatoilcommentonelungochemagariinfastidiva

Grazie di nuovo per il commento. Vedrò di fare qualcosa per lo stile :sisi:

Il prossimo capitolo dovrei metterlo prima di sabato :3

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